Agamennone. È stata la prima rappresentazione classica a cui ho assistito nel lontano ’94. Del ritorno a casa del re degli Argolidi e della sua tragica fine, narrate per mano di Eschilo, interessava meno di niente a metà dei ragazzi seduti sui blocchi di pietra del teatro greco di Siracusa. Erano troppe le tempeste ormonali in corso, erano soverchianti quegli sguardi scambiati con l’oggetto dei desideri a pochi gradini di distanza.

IL PRIMA

Detto con franchezza, col rischio che appaia un atto di lesa maestà per qualcuno, sino a qualche anno fa era quasi impossibile che le rappresentazioni classiche fossero coinvolgenti per un pubblico giovane.

 

 

SPETTACOLO ELITARIO

Si percepiva chiaramente un sottofondo di autoreferenzialità intellettuale, c’era un sottofondo di snobismo culturale che rendeva questo spettacolo, un tempo patrimonio collettivo, appannaggio per una certa intellighenzia che dell’essere elitaria era orgogliosa. Tornando a Siracusa anche quest’anno, con l’occhio della mamma di una quasi adolescente, mi sono guardata intorno osservando i volti degli studenti che, come me nel lontano ’94, seduti sui blocchi di pietra aspettavano l’inizio delle tragedie. E con ammirato stupore ho visto ragazzi attenti, concentrati, coinvolti.

UN PUBBLICO GIOVANE

Delle due l’una a questo punto. O il gap generazionale ha sortito effetti benefici nella popolazione giovanile, segno che i miei coetanei prima di raggiungere i 18 anni erano svogliati intellettualmente (e qualcuno lo è certamente rimasto anche dopo la boa dei 40). O il merito di questo cambiamento è la svolta della Fondazione Inda.

COSA VA IN SCENA A SIRACUSA

Dal ’94 a oggi ho visto numerose rappresentazioni classiche, alcune meglio realizzate, altre ben eseguite, alcune interessanti, altre onestamente pessime. Quest’anno non posso che dire: “Chapeau”. Non parlerò dell’esecuzione tecnica, ci sono recensioni eccellenti di giornalisti blasonati che hanno molti più titoli di me per affrontare un argomento così spinoso e complesso come la critica teatrale. Mi limito a esprimere il punto di vista di chi ama visceralmente il mondo classico, tanto da avere scelto dopo il diploma il corso di laurea in Lettere classiche.

ELENA

“Elena” è stato uno spettacolo di virtuosismo intellettuale e di visionaria scenografia. David Livermore, che ha firmato scene e regia, ha trasformato il teatro in una grande piscina rievocativa del Nilo. Immersi nell’acqua si sono alternati una grandiosa Laura Marinoni nel ruolo di Elena, Viola Marietti in quello di Teucro, Sax Nicosia un superbo Menelao e Simonetta Cartia quale Teonoe.

L’ATTUALITA’ DELLE TRAGEDIE

Bellissime le musiche di Andrea Chenna, con citazioni da Mozart, Boccherini e Ravel, quella Valse ironica e possente. Molto buono anche il video di D-Wok che mostra tutte le età di Elena. Brillante il richiamo all’attualità politica con quel “Qui da noi il naufrago è sacro” pronunciato da Menelao,  e con la sottolineatura, già marcata nell’originale euripideo, dell’inutilità della guerra.

LE TROIANE

Ovviamente “Elena” in replica sino al 22 giugno è stato un successo di pubblico, così come “le Troiane”, in replica sino al 23 giugno. Difficile rimanere impassibile di fronte alle parole di Maddalena Crippa nel ruolo di Ecuba regina troiana sconfitta e diventata bottino di guerra e delle altre troiane, emblema di vite straziate. L’antipatica e vanesia Elena di Viola Graziosi, la materna Andromaca di Elena Arvigo, il puntuale Menelao di Graziano Piazza, insieme al coro sono parte integrante di questo spettacolo emozionante sin dalla scenografia con quel bosco di alberi veri ma morti, che sono quelli abbattuti dalla tempesta di ottobre del 2018 in Carnia.

IL PROGRAMMA

Dal 28 giugno, al teatro greco di Siracusa andrà in scena “Lisistrata” di Aristofane con la regia di Tullio Solenghi, in quello che si preannuncia un altro ottimo risultato in termini di pubblico e di critica.

COS’È IL TEATRO

Il grande Eduardo De Filippo diceva che il teatro non è altro che il disperato tentativo dell’uomo di dare un senso alla vita. E che a Siracusa siano riusciti a farlo, coinvolgendo un pubblico così eterogeneo, è un segnale di speranza per chi crede ancora nel ruolo salvifico della cultura.

 

 

 

Playlist: Chopin Nocturne No. 20 in C Sharp Minor, Op. Posth.Chanel Wang 14 Yr Old