“Oh, amazing!”, “sorprendente!”. Guardarlo divorare quel panino con le panelle fu uno spettacolo che chi ne fu testimone, ancora oggi dopo 29 anni, ricorda con ammirata nettezza. Segno di come la memoria, a volte, sia immune al tempo che passa. Il protagonista di questa storia si chiama Richard, ma per tutti è “Dick”, ed è un distinto e simpatico omone dell’East Coast americana.

RIUNIONE A PALERMO

Sull’ottantina, Dick è accompagnato dalla moglie Dorothy, accompagnata a sua volta da una montagna di capelli candidi. I due si trovano a Palermo, insieme ad una comitiva di americani, perché Dick deve partecipare, in piazza Verdi, ad una riunione un po’ particolare, con gente che viene da ogni angolo del mondo. L’occasione offre così al gruppo la possibilità di ammirare per alcuni giorni la città immersa in un trionfo di colori di primavera.

DESIDERANDO LE PANELLE

I monumenti, i palazzi e le chiese di Palermo e Monreale rapiscono i componenti del gruppo che non smettono di filmare con le loro videocamere ogni istante di quel viaggio. Ma osservando Dick è facile intuire come tutta quell’arte, in realtà, non gli interessi poi più di tanto. C’è altro di cui ha sentito parlare durante il viaggio verso l’Italia, e che lui vuole assolutamente provare: il cibo. Ma non cibo qualsiasi, lo street food. Ma non street food qualsiasi, le panelle.

ALLA RICERCA DEL CIBO SOGNATO

Sì, Dick ha un solo chiodo fisso: le panelle. Quelle sottili sfoglie di farina di ceci dorate sembrano essere un’ossessione per lui, che da Palermo potrebbe rivolare in America senza avere visto la Cappella Palatina, ma non senza avere mangiato una panella. Il programma “gastronomico” del viaggio prevede una prima tappa al ristorante Scozzari, in via Belgio, dove tra le decine di portate, inspiegabilmente mancano proprio le panelle. Un’assenza che vela di tristezza gli occhi dell’ultra ottantennenne.

LA FOTO CON BUSH

Il pranzo scivola tra commenti estasiati ai tesori palermitani appena scoperti; l’esibizione di alcune diavolerie tecnologiche d’oltreoceano a seguito del gruppo, e all’epoca ancora inimmaginabili a queste latitudini; e un paio di foto che Dick conserva gelosamente nel suo portafogli. Una, in bianco e nero, lo ritrae ancora bambino vestito di tutto punto con la divisa bianca a sottili righe blu della squadra dei New York Yankees di baseball; la seconda, più recente, in compagnia di un sorridente George Bush senior. “Sì. Tutto molto bello, e tutto molto interessante – dovette pensare Dick -Ma le panelle?”.

FUGA PER LA PANELLA

Fu quindi nel tragitto di rientro verso l’hotel Delle Palme che gli venne l’idea: sfilarsi dal gruppo, e in compagnia di altre tre persone che gli facessero da compagnia e da guida per le vie del centro storico, partire alla scoperta del suo personale vello d’oro. Percorrendo a piedi via Roma, il piccolo gruppetto composto da Dick, due amici americani, un cinquantenne autoctono e un bambino voltò a sinistra scendendo via Maccherronai, per fermarsi in piazza Caracciolo, proprio all’angolo davanti a dove un tempo era il ristorante Shanghai.

FRIGGITRICE MON AMOUR

L’incontro con la bancarella-friggitrice illuminò gli occhi di Dick che a loro volta illuminarono la Vucciria. Come in una di quelle scene d’amore al rallentatore, un po’ kitch in verità, Dick fece due o tre passi, allungò le braccia e accolse tra le mani ciò che sembrava attendere da tutta la vita. Guardò il panino. Lo girò tra le mani accarezzate a loro volta da un fiotto d’olio tiepido. Lo annusò chiudendo gli occhi e poi sì, lo addentò.

AMORE A PRIMO MORSO

Fu in quell’istante che l’universo sembrò fermarsi. Nelle momento esatto in cui i suoi incisivi morsero il pane croccante affondando giù attraverso quelle delicate lamine dorate, le quattro persone accanto a lui erano il mondo intero. E il mondo intero aspettava il suo responso. E il suo responso fu, appunto “Oh, amazing!”, “sorprendente!”.

IL SIGNOR MC DONALD A PALERMO

Il resto del panino fu divorato da Dick con gusto, come il resto della vacanza in terra di Sicilia. Poi fece ritorno in America insieme al resto del gruppo. Quando qualche anno dopo tutti i giornali raccontarono che Richard “Dick” McDonald, fondatore col fratello Maurice del fast food più famoso del mondo se ne era andato, ripensai con tenerezza a quel pomeriggio e a quella nostra surreale passeggiata tra le vie di Palermo.

TRASGRESSIONE CULINARIA

E tra i tanti titoli ce ne fu uno che mi colpì. Diceva “Addio a Dick McDonald, il papà dei McDonald’s”. Pensai che sicuramente fu un buon papà, ma che anche un buon papà può avere avuto un’amante segreta. La sua fu una panella, e in un pomeriggio di primavera a Palermo, Dick le si inchinò davanti con rispetto e riverenza, e poi fece l’amore con lei.

 

Playlist: That’s Amore (Dean Martin)