Una vita sotto sale. Così è il quotidiano di Carlo Li Puma, 46 enne di Raffo, una contrada vicino Petralia Soprana (Borgo dei Borghi 2019), in provincia di Palermo. L’uomo ha passato metà della sua vita nella miniera di salgemma, prima da operaio ora negli uffici dell’Italkali. E del suo lavoro ha fatto una ragione di vita, tanto da avere creato insieme a Maurizio Li Puma, Di Gioia Giuseppe ed all’artista madonita Enzo Rinaldi l’associazione “Sotto sale”, motore pulsante del Museo d’Arte Contemporanea Sotto Sale.

UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA’

Da appassionati visionari, i quattro hanno pensato di riutilizzare queste enormi gallerie scavate dall’uomo per estrarre salgemma, come spazi espositivi. Sembrava una scommessa persa in partenza e invece la loro si è rivelata una straordinaria intuizione, grazie anche alla preziosa collaborazione della Società Italkali ed ad un operativo team di appassionati giovani del luogo che ogni sabato, sotto la bandiera dell’Associazione Sottosale (Info tel 3663878751), rendono possibili le visite.

UN MUSEO UNICO AL MONDO

Oggi il Museo è visitato da oltre 15 mila persone ogni anno, di fatto, il più visitato attrattore culturale delle Madonie. Un vero e proprio esperimento di geoturismo culturale in una miniera ancora attiva. Vari gli eventi organizzati dall’associazione. Dalle 9 alle 15 ogni sabato su prenotazione e a numero chiuso si potranno ammirare 30 sculture di sale realizzate da artisti internazionali dentro alla miniera.

UN GIACIMENTO PREZIOSO

“Questo posto è un tesoro, una ricchezza per questo territorio, è un luogo unico al mondo che ha consentito a queste zone di non spopolarsi, diventando anzi centro di crescita culturale” dice Li Puma e nelle sue parole c’è ancora intatto quell’entusiasmo che nel 2000 lo ha portato per la prima volta a scegliere di lavorare nelle viscere della terra. È un minatore e lo rivendica con orgoglio, raccontando i dettagli di quella vita che agli occhi di un profano ha dello straordinario.

VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

Si lavora su tre turni, dalle 7 alle 15, dalle 15 alle 23 e dalle 23 alle 7 del mattino. Gli operai si radunano ai cancelli, poi si cambiano negli spogliatoi e infine vanno nei reparti che sono due: sottosuolo e raffinazione. Nel primo si estrae il minerale con enormi frese che scavano nella roccia, il materiale estratto viene poi convogliato attraverso nastri in enormi camion che lo portano nel reparto raffineria dove viene lavorato.

VITA IN MINIERA

iera non ci sono ascensori, ma strade, grandissimi aree di collegamento. “È come un palazzo in costruzione – dice Li Puma – che si estende per 12 piani. Ogni piano è intervallato da una soletta di circa 20 metri, il livello più inferiore arriva a 4oo metri sottoterra per un totale di 80 km di gallerie scavate nella montagna”.

Questo incredibile dedalo è illuminato, l’aria viene immessa forzatamente nei piani più bassi. “Sin dai tempi più antichi – continua Li Puma – questo posto era conosciuto, i romani venivano a prendere il sale che era una fondamentale moneta di scambio in quell’epoca”.

IL SALARIO

Nell’antica Roma parte dello stipendio di militari e impiegati civili era costituito da una razione di sale. Col tempo fu sostituita da un’indennità con cui acquistarla; già in età imperiale, il termine ‘salario’ finì per indicare  la retribuzione del lavoratore. “Prima il sale si scavava a mani nude – continua Li Puma – oggi ovviamente il progresso ha fatto passi da gigante e questo ha consentito anche di mantenere condizioni di sicurezza tali da non registrare incidenti sul lavoro”.

L’ARTE DI SALE

E’ incredibile pensare che dopo sei milioni di anni, il sale, impacchettato in miniera,  rivede dunque la luce per la prima volta nelle cucine dei consumatori.  Il sale è vita da queste parti ancora più che altrove e dunque come tale va reso celebre anche attraverso l’arte, come hanno pensato i Li Puma, Di Gioia  e Rinaldi.

UNA BIENNALE SICILIANA

“Durante le Biennali, promosse in collaborazione con l’associazione Arte e Memoria del Territorio di Milano e da Fabrizio Garghetti (la prossima in programma dal 25 luglio al 4 agosto) gli artisti scelgono il blocco da lavorare , che viene trasportato su in paese, in centro storico,  alla residenza ottocentesca di Villa Sgadari per essere scolpito – aggiunge Li Puma – ma il sale è un materiale facilmente deperibile, dunque si è deciso grazie alla disponibilità e lungimiranza della società Italkali di esporli all’interno della miniera, habitat naturale, creando un museo unico al mondo”.

LE OPERE D’ARTE

L’assenza di umidità preserva infatti le opere, impedendone lo scioglimento. La visita al museo di arte contemporanea sculture di salgemma colpisce. Si cammina in una enorme galleria in cui affiorano visibili le tracce del sale, in una parte è stato allestito una area didattica in cui viene raccontata la storia del giacimento e poi attorno sono esposte bellissime sculture in sale illustrate dalle guide. “La miniera è un’opera d’arte – conclude Li Puma -le sculture sono l’arredo di un luogo magico”.

 

Playlist: Carly Simon – You’re So Vain