La greca Himera ha una storia ancora in attesa di essere raccontata. La colonia fondata nel palermitano dai coloni calcidesi e da un gruppo di fuoriusciti politici da Siracusa continua a riservare sorprese. L’ultima è quella scoperta dall’Università di Berna e presentata dalla professoressa Elena Mango dell’ateneo svizzero e dalla direttrice del Parco Archeologico di Himera, Francesca Spatafora. Le ricerche nel piano del Tamburino, collinetta adiacente la città in senso stretto e sopra il tempio dorico, hanno consentito di riportare in luce alcune aree sacre databili fra il VI e il V secolo a.c. che facevano parte del sistema dei santuari della città greca.

 

LA SCOPERTA

“Resta da comprendere – affermano Mango e Spatafora – come questa zona fosse inserita nell’assetto urbanistico della polis, il cui abitato si sviluppò secondo un regolare impianto urbanistico a est del Piano del Tamburino”. Nel corso degli anni le indagini hanno portato alla luce porzioni di edifici e uno spazio a cielo aperto, caratterizzato dalla presenza di due altari. Questi delimitano l’estensione dell’intero santuario, la cui superficie dovrebbe occupare circa 1600 metri quadrati.

UN’ANTICA FOCACCERIA

La scoperta più sorprendente è che in questa zona si verificò un terremoto di grandi dimensioni. Lo testimonia lo strato di distruzione all’interno del vano adibito a dispensa della zona sacra. In questo locale l’equipe di archeologi ha  rinvenuto fornelli, marmitte, e pentole adibite  alla preparazione del cibo che veniva cotto nei forni a campana e su alcune piastre. Questi alimenti venivano distribuiti durante le celebrazioni in onore della divinità. E lo stesso avveniva per le bevande come testimonia la presenza di brocche, coppe e crateri. Sono stati trovati anche reperti ossei e malacologici, a conferma della sacralità di questo luogo.

UNA CITTA’ SIMBOLO

La campagna ha previsto altre attività legate allo studio, al disegno e al restauro dei reperti archeologici. “Diventa sempre più evidente – affermano Mango e Spatafora -come Himera fosse un avamposto greco di importanza cruciale. Soprattutto considerando che si trovava accanto a zone controllate dai fenici. Questa cittadina è stata una delle più importanti nella Sicilia del suo tempo, con uno sviluppo demografico di rilievo nella storia dell’isola”.

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