Non ho mai negato l’esistenza del Covid 19, e gli ho sempre riconosciuto lo “status” (il termine ha un qualcosa di nobile, ma non posso farci niente) di nemico. Però ho sempre ritenuto che l’essere umano, per combatterlo, (il Covid 19 e tutti i virus futuri, sempre in agguato da quando esiste l’uomo) non dovesse arretrare di un solo millimetro rispetto alla propria normalità antropologica e che questa guerra (la metafora non è mia) andasse combattuta con le armi di cui l’Umanità stessa disponeva (la Scienza medica, per prima) all’insegna della filosofia del “vivere comunque, e come va va”, del “come finisce si racconta”.

CHI CAMPA, CAMPA…

Ah, stavo per dimenticare la chiosa finale “chi campa campa, e chi muore muore”. Naturalmente ho sempre avuto l’accortezza di premettere o precisare l’ovvio ed il banale. Vale a dire di non avere pulsioni suicide, di non odiare il genere umano, di avere sofferto per i morti di Bergamo (tenetevi forte, ma è andata proprio così) e che il perimetro della mia esistenza è pieno zeppo di persone che amo e la cui salute mi sta particolarmente a cuore. Questa mia posizione mi è valsa, per motivi che francamente mi sfuggono, l’accusa di essere, di volta in volta, negazionista, terrapiattista, fascista e via di seguito, con i vari suffissi che tanto vanno di moda. Anche quello di spietato Darwinsta. A me. Che sono, non solo in partita, ma tra coloro con le più alte probabilità, per un fatto anagrafico, di lasciarci le penne.

CURIOSA CONCEZIONE DEL DARWINISMO

Ad ogni modo, per quanto strano possa sembrare, sono tra quelli che ha intravisto nel vaccino, un’ancora di salvezza. Non quella esattamente in linea con il mio approccio all’esistenza, ma non sono di palato fine. Mi va bene tutto, pur di potere ritornare alla mia dimensione umana (obiettivo numero uno). Se poi posso evitare di beccare il virus e crepare (obiettivo numero due) tanto di guadagnato.

E ’con questo spirito che sono andato a vaccinarmi. Ma mi sento preso per il culo, perché è cambiato poco. Ora c’è un nuovo virus. Il fatto che sia una variante del primo è solo un dettaglio del tutto insignificante, per quanto mi riguarda. Il dato che conta, quello che osservo, è che il genere umano, ancora una volta, arretra di fronte a un virus, cedendo posizioni su posizioni e ritirandosi da quelle che era riuscito a riguadagnare.

L’ASTRATTA PLAUSIBILITA’

Chiudo: Mi viene in mente quel tale che incontravo sempre per le strade del mio quartiere (eravamo ad aprile/maggio del 2020). Mi diceva che la mia posizione, era dotata di astratta plausibilità, ma non teneva nel debito conto che l’Umanità si trovava in una situazione del tutto contingente, limitata nel tempo, che valeva la pena rinunciare temporaneamente alle prerogative tipiche dell’essere umano (ne cito solo due, la socialità e la possibilità di respirare col naso e con la bocca che a qualcosa devono pur servire visto che ne sono dotati tutti gli esseri umani) e che prima o poi sarebbero arrivati i vaccini. Non riesco più ad incontrarlo. Mi piacerebbe approfondire questo concetto di “astratta plausibilità”.