Tutto inizia grazie ad un invito da parte di Gisella, una delle insegnanti della scuola in ospedale di Palermo, per raccontare le attività di archeologia subacquea della Soprintendenza del Mare ai piccoli pazienti del reparto di oncoematologia pediatrica del Policlinico. Una delle tante attività pensate dalle insegnanti per affiancare, alle attività scolastiche svolte nella piccola aula ricavata nei locali del day hospital, momenti di svago e di approfondimento per bambini che vanno da uno a dodici anni.

L’ADESIONE DI TUSA

Sebastiano Tusa accoglie subito la proposta di collaborazione credendo come sempre nel valore universale della cultura, applicabile a tutto e a tutti. Ma in me si scatena istintivamente una reazione contrastante: dovere portare un argomento e degli oggetti così distanti dalle sofferenze di bambini di pochi anni affetti da patologie tumorali, mi provoca un disagio interiore che mi fa dire subito che forse non è un’attività possibile. Ma l’incontro con le insegnanti del reparto e con il primario, mi ha fatto però ricredere. E per mille motivi.

IL MARE IN CORSIA

Superate quindi le difficoltà, mentali e solamente mie, abbiamo iniziato a programmare gli incontri con i piccoli che giornalmente passano alcune delle loro ore in ospedale per le visite e per le terapie chemioterapiche. L’aiuto di Paolo D’Angelo, primario e anima del reparto, assieme ai medici, gli infermieri e le insegnanti, angeli per i bimbi e per le loro famiglie, è stato fondamentale per ricalibrare l’approccio che mi ero immaginato. Niente false ipocrisie, linguaggio diretto, aspettative a lungo termine, programmi per il futuro anche a lunga distanza. Tutto il contrario di ciò che avrei immaginato per i miei incontri con i bambini.

LA MISSIONE

E inoltre la grande opportunità di conoscere la realtà della scuola in ospedale, nota probabilmente solo a chi ha la sventura di dovere passare lunghi periodi di degenza con i propri figli. Un gruppo di insegnanti che prestano la loro attività nei reparti pediatrici per non far abbandonare il processo educativo ai più piccoli; un lavoro che istintivamente viene da definire “missione”, svolto con una passione e una dedizione straordinaria.

LUDOTECA E TERAPIE

Portammo all’interno del reparto le nostre bombole, gli erogatori, le mute, i modelli in plastica di anfore e ancore antiche, maschere, pinne, macchine fotografiche e telecamere subacquee, attrezzature da scavo subacqueo, metaldetector. E tanti video e fotografie con immagini subacquee e un breve documentario realizzato per i più piccoli con i personaggi dei fumetti. Gli incontri si svolsero nella piccola ludoteca a disposizione dei bambini nelle pause delle terapie.

I BAMBINI SONO INCREDIBILI

Tra una selva di infusori per chemio, camici bianchi, carrelli per le medicazioni, mascherine e piccoli pazienti con le flebo al braccio, iniziammo questa avventura. Il livello di attenzione e di interesse fu incredibile: un coinvolgimento totale, per i piccoli e per i tanti genitori che li accompagnavano. Un susseguirsi di domande, di interventi, il desiderio di provare le attrezzature, il racconto delle loro esperienze marine, le aspettative, il desiderio di tornare a mare dopo la malattia. Un vortice di emozioni che mi diedero l’impressione, durante gli incontri, di parlare per molte ore quando in realtà tutto si svolgeva nel poco tempo concesso ai bimbi nell’arco di una mattinata di terapie. 

UN APPUNTAMENTO ATTESO

Un iniziale pugno nello stomaco, forte, improvviso, si era trasformato nel volgere di poche giornate in un appuntamento atteso, coinvolgente. Abbiamo raccontato delle esperienze vissute sott’acqua nei tanti ritrovamenti di reperti archeologici, le tecniche per recuperarli, abbiamo indossato per loro le nostre attrezzature subacquee e le abbiamo fatte provare, toccare, usare. 

LE CREATURE DEGLI ABISSI

Tante le domande sulle immagini dedicate alla biologia marina: polpi, ricci, pesci, la posidonia, gli squali, le creature degli abissi. Un argomento coinvolgente e stimolante che ha trasformato, per alcune ore al giorno, gli azzurri corridoi del reparto in un inconsueto susseguirsi di immagini di pesci, di creature marine e di reperti subacquei. Un argomento nuovo, che ha scatenato la fantasia e ha subito messo al lavoro i bambini che hanno realizzato decine di disegni con pesci, sommozzatori, tesori sommersi, relitti di navi, fondali marini. E anche se solamente per una giornata, alcuni dei bambini siamo riusciti a portarli al mare, lungo il golfo di Mondello, a bordo delle motovedette della Guardia Costiera. Una giornata di grande allegria e spensieratezza assieme ai loro genitori, alle insegnanti e al primario del reparto.

GLI OCCHI DELLA MERAVIGLIA

Ma se dovessi scegliere una sola foto per fermare quei tanti momenti passati in quella piccola stanza di ospedale, certamente utilizzerei l’immagine di quei bambini, molti senza più i capelli, con gli occhi sgranati e con la bocca aperta, che guardano assorti le immagini dei fondali marini. Ho colto in quegli attimi, probabilmente i pochi in cui la malattia e le terapie erano lontane, la felicità di essere in quel mare in cui, anche se per pochi minuti, siamo riusciti a portarli per nuotare con la fantasia.  E provo ancora un grande senso di gratitudine per tutto quello che mi hanno dato e insegnato. Tornerò, appena possibile, a parlargli del mare.

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