Durante il periodo risorgimentale che va dal 1848 al 1860 (in realtà si spinse pure oltre) ci fu un’ampia proliferazione nella letteratura italiana del romanzo storico che trattò, proprio in quel momento, tutta l’epopea unitaria. Ma non tutti i romanzi storici erano “storici”, e come spesso accade si formarono due fazioni: da un lato i filounitari di cui il maggiore esponente fu Francesco Domenico Guerrazzi infaticabile difensore dell’Unità d’Italia, del Risorgimento e ça va sans dire fervente anticlericale; dall’altro lato a difesa del trono e dell’altare il gesuita padre Antonio Bresciani (è celebre una stroncatura di Francesco De Sanctis in cui si leggeva «padre Bresciani è un uomo di poco ingegno e di volgare carattere…» e via calunniando, così, per farci un’idea della dura lotta tra le fazioni).

BRIGANTE CI SARAI TU…

Inoltre, va da sé quale visione avessero dei vari, e, più o meno, protagonisti della causa risorgimentale: briganti violenti e violentatori, senza Dio, vigliacchi, traditori, sediziosi e rivoltosi e via di seguito per i difensori del papato. E al di là della barricata papista, borbonica e austriaca erano tutti considerati usurpatori, tiranni, assassini, sfruttatori ecc. 

COMICI A LORO INSAPUTA

Sarebbe bello oggi prendere gli autori più fanatici del filone, rispettivamente delle due fazioni e rileggere con ottica ironica, divertita, canzonatoria e si spera libera da pregiudizi le varie esagerazioni, le verosimiglianze, le visioni di antitesi, le ingenuità, le manipolazioni subite e create e l’ondata propagandistica. Se ne ricaverebbe una vera epopea della comicità piena di retorica sanguigna e trombonesca.

LA SCULACCIATA DI MAZZINI

Tant’è che sin da subito emersero gli ovvi difetti del canone che si lasciava prendere la mano della “storicità” che si voleva trasmettere, e questo lo attesta Mazzini a carico dell’amico Guerrazzi di cui scrisse con lucida critica: «Bensì temo che l’autore [Guerrazzi] abbia per troppa foga oltrepassato il termine ch’ei s’era prefisso; temo ch’ei voleva raddrizzare la pianta curvata a terra col ripiegarla altrettanto dall’altro lato, abbia, senza avvedersene, varcato il limite, oltre il quale tu non puoi che spezzarla».

VINCITORI E SCONFITTI

Quindi apparve chiaro che occorreva essere più coerenti nel trattare gli argomenti per non perdere la credibilità e compromettere la causa prima, dopo e durante gli avvenimenti realmente storici.  Bisogna dire che però la produzione sovrabbondava da un solo lato. Il monopolio della produzione se lo aggiudicò la parte antiunitaria. Una delle ragioni – a mio avviso – fu che per lo sconfitto è più facile rivendicare. Un certo vittimismo trova sempre più ragioni, ma forse meno verità. 

ADORATORE DEL DEMONIO

Tale fenomeno però con la sua mole maggioritaria di scritti fa sì che oggi, a distanza di più di un secolo e mezzo, e soprattutto nel bel mezzo di una crisi dei valori e della rivisitazione (non è il caso di definire il fenomeno, alquanto dozzinale, di revisionismo) della visione storica per non addetti ai lavori e per subdoli scopi politici e sociali, muti la sua natura da scritto di finzione (quale è il romanzo) da romanzo “storico” a documento-testimonianza di “verità”. Nel senso che tali scritti vengono creduti veri senza le doverose cautele, e anzi non appena un esperto ci mette in guardia, chi professa atto di fede e si avvicina con una chiave di lettura sbagliata a tali scritti, il malcapitato studioso riceve una grandinata di insulti. E quando va bene viene tacciato di essere un propagandista ingannevole, carbonaro e adoratore del demonio garibaldino. Qui ridiamo e scherziamo, ma viene detto di peggio e con peggiore acredine. 

MILANO E I PROMESSI SPOSI

Insomma, il “vero” della menzogna forte della sua gran quantità di scritti “storici” va a fortificare false tesi della Storia, e non mancano esempi. Ora, è bene passeggiare per Milano durante l’occupazione spagnola e capire quella austriaca grazie ai Promessi sposi di Alessandro Manzoni, ma per conoscere la Storia è ancor meglio leggere libri scritti da storici di professione, da chi ha cercato prove e documenti a far chiarezza su persone e fatti reali.

PROPAGANDA E FAKE NEWS

Ebbene, ieri un uso propagandistico del romanzo “storico”, oggi la piaga della fake news in alcuni casi molte di esse si vantano di essere di tipo “storico” (ad andarle a leggere sono: antiunitarie, antigaribaldine, a difesa del trono e dell’altare… e quindi antirepubblicane, a loro volta monarchiche, non sabaude ma neoborboniche. Non è assurdo e regressivo?)  lo scopo è sempre lo stesso: elevare lo sfogo di pancia popolare a verità col fine prima di accontentare e poi e sfruttare chi ci crede per motivi politici che fanno apparire credibile gente come Salvini, Putin o Trump e compagnia bella. Il famigerato “meno peggio”, puri come angioletti tra le nuvole. Tanto guardandosi attorno non è che ci sia di meglio…

BENESSERE ALLA PUMMAROLA ‘NCOPPA

Al grido di  “viva i Borboni” e del loro “benessere” (presunto e descritto coma una specie di El Dorado con la pummarola ‘ncoppa), tutta questa storia “vera”, “verissima” che ha il monopolio dell’opinione dell’ignoranza non sarà certo un cambiamento. Perché se cambiamento deve esserci, se vera rivoluzione deve avvenire sarà solo la cultura, in sé non violenta e costruttiva quando è fatta lealmente, coraggiosa e decisiva a portarla, non impulsi fanatici e ingannevoli di individui con la facile verità in tasca. 

 

Playlist: Adelante Adelante – Francesco De Gregori