A Palermo nessuno sapeva il suo cognome, nemmeno il suo nome era certo, ma tutti conoscevano la sua chioma ricciuta, voluminosa, nera, nerissima, con già molti capelli bianchi che la facevano apparire ancora più misteriosa. E tutti conoscevano il suo carattere sanguigno (forse sanguinario). Si dice che era bassa, magra, vestiva da uomo e sapeva ben maneggiare le armi. Elogiata per essersi distinta durante la rivoluzione siciliana del 1848, ma il troppo entusiasmo diventò violenza inutile, e la causa divenne crimine. Questa è la storia di Maria (o Teresa) Testadilana, povera pastorella e venditrice di fichidindia palermitana.

LA LETTERA A RUGGERO SETTIMO

I moti rivoluzionari che volevano cacciare i Borboni dalla Sicilia erano iniziati nel gennaio del 1848, ma esattamente un anno dopo nel carcere di Castello a Mare era imprigionata Maria Testadilana insieme a due dei suoi tre figli per essere stata autrice di lettere d’estorsione e minacce. Dal carcere scrisse un altro tipo di lettera, struggente e pietosa, a colui che poco tempo prima l’aveva elogiata per la guida di un gruppo di patrioti: a Ruggero Settimo che in quel momento era capo del governo rivoluzionario in Sicilia e un anno prima leader del movimento d’indipendenza.

LA TESTA TAGLIATA

Maria Testadilana era alla guida di un gruppo di uomini che in quel ’48, come tanti altri gruppi, mettevano a ferro e fuoco Palermo. Giuseppe La Masa, però, racconta che l’essere toccato da quella donna gli fece provare ribrezzo, perché in quel periodo di tumulti la vide tenere ferocemente per i capelli la testa tagliata di un soldato borbonico e un coltello ancora intriso di sangue. Eccesso di zelo?  

UNA STORIA DI SANGUE

Eccesso di zelo, dunque. Quando le acque dei tumulti si calmarono, le violenze non si fermarono, e il gruppo da lei guidato portò avanti saccheggi e violenze. Tra le sue “imprese” l’assalto al convegno di Sant’Anna dove, dopo un processo sommario, uccise una trentina di guardie borboniche. Ai vertici della Guardia nazionale non piacque la violenza gratuita di Maria e presto il suo prestigio di eroina scemò e la sua divenne la guida di un gruppo di rapinatori, estorsori, sequestratori che mostrarono sempre più la differenza tra la lotta per l’indipendenza e la criminalità. In aprile viene arrestata e nella sua casa vennero trovati bottini di furti e una lettera minatoria che l’incastra. Verrà condannata al carcere, e dopo essere trasferita presso la Colombaia di Trapani, la storia di sangue di Maria Testadilana cadrà nell’oblio.

Playlist: Hero and heroin – Strawbs