Aldo Sardo ad 8 anni frequentava la parrocchia Santo Spirito. Era il 1958 ed un capo comparsa del Teatro Massimo di Palermo, tale Lo Monaco, si presentò in Via Filippo Juvara alla ricerca di voci bianche per un’opera di Giuseppe Verdi. Aldo, adottato da una famiglia di commercianti nel 1949, non sapeva nemmeno cosa fossero la lirica e il teatro, ma la sua voce intonata e squillante sorprese il Maestro Lazzari, che gli aprì le porte di Tosca in uno dei templi della musica più belli al mondo. Ne fu subito affascinato. Quell’incontro, avvenuto per caso, fu la svolta della sua vita. Un amore dal valore inestimabile, un capitolo che forse era scritto nel suo destino.

LA MUSICA LEGGERA

Finita l’adolescenza iniziò la parentesi della musica leggera. Erano gli anni ’60, c’era voglia di musica e di libertà. E c’erano i palchetti in cui si esibiva chi aveva voglia di emergere. Dalle serate nelle piazze, Aldo passò a palcoscenici più prestigiosi, come Sette Voci e il Cantagiro. Nel 1968 vinse il Canta Europa e rappresentò la Sicilia all’Euro Festival di Jesolo, in cui suonava l’orchestra di Kramer. In quell’occasione fu eletta Miss Universo. Si faceva chiamare Aldo Cerri, quando la Rivel Record gli propose di incidere due brani sul suo primo ed unico 45 giri, che ancora oggi tiene a casa come un cimelio. “Sono Solo” e “Più niente da fare” nel lato b, scritti da Orazio Indelicato e da Mel Burry Calveri, rappresentarono l’apice della sua carriera da cantante di musica leggera.

aldo cerri

LA LIRICA

Troppe le distanze, per un giovane che, dopo la morte del padre, era figlio unico e capofamiglia. Ma il canto era entrato nelle corde della sua anima. Prese il diploma di Canto al Conservatorio di Palermo e per anni frequentò il Centro lirico. Da cantante di musica leggera si trasformò in un tenore e, a 26 anni, vinse il concorso per artisti del coro al Teatro Massimo, lì dove era cominciato tutto. Quando la musica ti entra dentro diventa una malattia, non te ne puoi e non te ne vuoi più liberare. È un virus che ti pervade coro lirico mediterraneol’anima e non ti lascia più. E il rischio di contagio è piuttosto alto.

DECADENZA CULTURALE

Aldo Sardo è mio padre. Un uomo buono, ma terribilmente difficile e complicato. Raramente un figlio segue la strada dei genitori nella vita, soprattutto quando il rapporto, seppur pieno d’affetto, è conflittuale. Ed infatti io, pur amando la musica, non ho mai scelto papà come maestro. Ma l’amore per quell’arte mi è entrato dentro e non è andato più via. Dal punto di vista artistico probabilmente non potrò mai eguagliarlo, anche perché i tempi sono cambiati. C’è in atto una decadenza culturale palpabile, anche nei gusti musicali e il mondo della lirica ne sta in parte pagando le conseguenze. Alla fine, infatti, ho scelto il giornalismo. Anche se a tal proposito ci sarebbe un altro capitolo da aprire, figlio anch’esso dei tempi e della modernità.

CORO LIRICO DEL MEDITERRANEO

Mi ero concesso una tregua dal canto, ma è bastata la telefonata di uno dei maestri del Coro Lirico del Mediterraneo, per riaccendere la miccia della passione. Oggi, insieme ad una carovana di cantanti e di musicisti, portiamo in giro per la Sicilia le opere del melodramma italiano e la musica dei più grandi compositori dei secoli scorsi. Accanto a me, a trasmettermi consigli ed esperienza e aSofia Sardo darmi il suo supporto, c’è un tenore speciale, mio padre – oggi pensionato – che ha conservato il timbro, gli acuti e la potenza vocale. Ma i Sardo non finiscono qui: nella sezione Soprani del coro c’è Giorgia, che per anni ha cantato nel Coro delle Voci Bianche del Teatro Massimo e, tra i piccoli emergenti Sofia, mia figlia. È la terza generazione della famiglia e ha già le idee chiare: “da grande vuole fare la cantante, come me, come il nonno e come la zia Giorgia”. Sette anni appena compiuti, una vocina niente male e passione da vendere. Un virus irrefrenabile, una passione travolgente, una dolce malattia che si diffonde da padre in figli e da cui difficilmente la famiglia Sardo potrà guarire. Fortunatamente.

PLAYLIST: Sono Solo – Aldo Cerri