Ho visto cose che voi umani…” Che il popolo palermitano fosse esagerato è risaputo pure in cima all’everest, ma ciò che ho visto domenica su una spiaggia di isola delle femmine va oltre ogni immaginazione. Non amo il mare: ho la pelle troppo chiara e dopo pochi minuti il sole scotta. Quando ero più giovane andavo a Mondello col motorino e scroccavo un po’ di spazio nelle cabine degli amici. Ore ed ore passate sotto le pensiline strimpellando una chitarra, con un unico obiettivo, rimorchiare.

IL PEDALO’ RU ZU GAETANO

Un’altra consuetudine era il pedalò delle 5 del pomeriggio, quando il sole dava meno fastidio. Ricordo ancora le urla di Zio Gaetano, che ogni giorno era restio ad affidarci le sue barchette a pedali, perché sapeva già che avrebbe dovuto mettere a dura prova i muscoli della sua gola per dare aria al suo fischietto, in maniera da farci rientrare in tempo. Il solito rituale: lui fischiava e noi fingevamo di non sentire, fino a quando non ci accorgevamo che Gaetano, disperato, stava per mettere in acqua la sua zattera di salvataggio per venirci a recuperare fino alla boa. Era un uomo alto, abbronzato e muscoloso, ma aveva il viso tutto butterato, probabilmente da un’acne giovanile mal curata.

LIBERA SPIAGGIA

Ma torniamo all’attualità e alla spiaggia di isola. Spiaggia libera, naturalmente. Dopo aver trovato un misero spaziomondello spiaggia sull’arenile, ho conficcato sulla sabbia l’immancabile ombrellone. Neanche il tempo di arrivare e mia figlia era già a giocare sul bagnasciuga. Sistemate le mie cose e finalmente rilassato sul mio telo da mare, non ho potuto fare a meno di notare la tenda posta sull’arenile a 30 metri da me. Non si trattava di una spiaggia per campeggiatori, ma di un arenile libero adibito a balneazione. Nonostante ciò un gruppo di persone, composto da almeno tre nuclei familiari, aveva messo su una tenda di almeno tre metri di larghezza e circa 2 di altezza, fermata con pali conficcati sulla sabbia e tiranti. Davanti alla porta di ingresso, due tavolini rotondi sormontati dagli ombrelloni. Su uno dei due tavoli erano adagiati due bidoni da circa 5 litri ciascuno. In uno c’era acqua, nell’altro, vino in pietra. All’angolo, agganciato ad uno delle travi di plastica che tenevano in piedi la struttura, una sacca di acqua, dalla quale usciva un tubo con un rubinetto: la doccia.

BELLA BIONDA

Assorto nei miei pensieri, ho cominciato ad immaginare: saranno poveri, magari non possono permettersi una vacanza. Chi lo sa, probabilmente sono accampati qui da giorni perché non possono pagare il campeggio e quel che vedo non è solo una consuetudine domenicale. Ma mentre ragionavo su quali potessero essere i motivi di cotanta esagerazione, sono dovuto tornare in me, perché da una cassa bluetooth da 300 milioni di watt, posta davanti all’ingresso della tenda, è partita Bella bionda, una canzone del cantante neomelodico palermitano De Martino.

A PASTA CU FURNU

tenda in spiaggiaTutti a ballare fino ad ora di pranzo, perfino mia figlia di 7 anni, che tornata a casa canticchiava con la cadenza napoletana quell’orecchiabile ritornello. Poi pasta al forno, cotolette di pollo, pane di Monreale e vino a tignitè. E devo essergli grato se non hanno avuto l’ardire di accendere la classica carbonella. Non vi nego che ho perfino avuto nostalgia per la canzone del sole e per i miei giri di do, che strimpellavo a fatica nei miei pomeriggi mondelliani di circa 25 anni fa, dei pezzi di rosticceria freddi del bar Lido e della puzza di Lancaster e di legno fradicio delle capanne.

ALTRO CHE POVERTA’

Andando via, nel tardo pomeriggio, una comunità di almeno 15 persone, tra giovani e adulti, era impegnata a smontare quella struttura. Un’organizzazione da premio oscar, tranne per le cartacce, le bottiglie e i bicchieri di plastica abbandonati sulla sabbia. Chi si occupava dei pali, chi dei teloni, chi cominciava a portare bidoni e borse verso gli automezzi: 2 suv neri, nuovi e fiammanti, e un furgone bianco da mercatino. Tutto smontato in pochi minuti, anche la mia immaginazione.  E io che mi lamento perché mia moglie riempie all’inverosimile la borsa del mare. Roba da dilettanti.

PLAYLIST: Bella Bionda – Daniele De Martino