Non basta un articolo per raccontare la vita di Mario Vitale, ex allenatore, professionista nell’essere esonerato, iettatore e lottologo pluripremiato. L’esoterismo è scritto nel suo destino, visto che – racconta Vitale – suo padre sarebbe addirittura un monaco. Ma non uno qualsiasi: a generarlo, accoppiandosi con una donna delle pulizie del convento, sarebbe stato Padre Carmelino, del famoso convento di Mazzarino, noto alle cronache italiane per uno scandalo risalente agli anni ’60, che vide l’arresto di 4 monaci accusati di associazione per delinquere, omicidio, reati di taglieggiamento e altro. Tra loro anche il padre di Mario, che però dopo qualche anno fu giudicato estraneo ai fatti.

UNA VITA DIFFICILE

Mario Vitale crebbe in un convento ai piedi di un cimitero, allevato da Padre Carmelino come trovatello: “All’età di 8 anni – ci racconta – mi mandavano scalzo a vendere i numeri al lotto e in cambio mi davano da mangiare. Poi arrestarono Padre Carmelino e io restai in convento, aiutato dagli altri monaci e dagli abitanti della zona”. Dopo la Mario Vitale iettatorescarcerazione e la scomunica del padre, insieme si trasferirono a Palermo – ci spiega – vivendo di stenti e frequentando ubriaconi e case di tolleranza. Ancora giovanissimo, il protagonista della nostra storia cominciò a lavorare presso la ricevitoria da Pierino di via Papireto. Dava i numeri Vitale e li dava bene, tanto che in molti lo cercavano per provare a vincere al lotto. A sedici anni Mario tornò a Ragusa, adottato da una farmacista e da un vigile del fuoco che gli permisero di finire le scuole dell’obbligo. Lei era appassionata di lotto, lui giocava d’azzardo e sperperava tutti i soldi della famiglia. Di bene in meglio.

LA CARRIERA DA ALLENATORE

Mario Vitale iettatore
Mario Vitale

La prima esperienza da allenatore fu con una squadra femminile: “Ero appassionato di calcio e cominciai ad allenare – racconta Vitale -. L’esordio non fu però con il calcio maschile ma con la Paoletti Ragusa, in cui militavano ragazze. Dopo pochi mesi fui allontanato perché non riuscivo a resistere al fascino femminile. Ero giovane – si giustifica -”. Poi una sfilza di società di calcio maschili, dagli anni ’70 agli anni ’90, in cui Vitale allenò soprattutto da secondo, collezionando diversi esoneri e una promozione, quella del Licata negli anni ’80, in cui la squadra agrigentina passò dall’interregionale alla serie C. Poi arrivò Zeman e lui dovette fare le valigie.

IL LOTTO

Qualche anno prima, col Ravanusa, sempre da secondo, Vitale vinse una Coppa Italia dilettanti, ma la sua carriera, ricca di tante esperienze in panchina e anche da Direttore Sportivo, soprattutto dei settori giovanili, non è colma di successi, tanto che negli anni ’90 fu costretto a tornare al vecchio amore, il gioco del lotto.

LO IETTATORE

Andava in giro per i paesi siciliani vestito di nero, con gli occhiali da sole Mario Vitale iettatoreMario Vitale iettatoree il bastone. E un blocchetto con i numeri da giocare. In poco tempo, Vitale, che si era fatto una gran fama da iettatore, prevedendo perfino la morte di Lady Diana, fece il giro di quasi tutte le tv nazionali, ospite di Magalli a I Fatti Vostri, del Maurizio Costanzo Show, di Buona Domenica. Senza paura di essere marchiato, solo per guadagnarsi da vivere. Questa spavalderia lo ha portato a vincere importanti premi in Italia da lottologo e a scrivere per quotate riviste del settore. E poi il lavoro nelle ricevitorie, in cui era ritenuto un grande esperto, e i format nelle tv locali.

L’INCONTRO CON ZAMPARINI

La carriera da Iettatore-osservatore di Mario Vitale, si è incrociata anche col Palermo calcio: “Conobbi Zamparini – racconta Vitale – tramite Mister Papadopulo, che ha battezzato mio figlio nell’87, quando facevo il ds del settore giovanile del Licata del mitico presidente Franco Licata D’Andrea, che mi ha voluto bene come un figlio. Ricordo – continua – che Papadopulo mi diede il numero dell’ex presidente del Palermo. L’ho chiamato e gli ho detto: sono lo iettatore. Lui non fu affatto sorpreso e mi chiese di venirlo a trovare a Palermo. Ci siamo visti al Palace di Mondello il giorno in cui acquistò Dybala. Mi ha chiamato e mi ha detto “l’aspetto alle 8”. Lo incontrai nella hall e dovetti aspettarlo parecchio perché doveva vedersi con alcune persone per parlare di politica e del Movimento per la Gente. Una volta sceso mi disse: “lei deve collaborare con noi”. Un giorno – prosegue Vitale – mi chiamò e mi chiese di partire con la squadra per Udine. L’allenatore era Devis Mangia. Ci andai ma non portai fortuna perché il Palermo perse e il DS Sogliano venne esonerato la stessa sera. Un’altra telefonata me la fece durante una gara dei rosa, in panchina stavolta c’era Gattuso. Mi chiese un consiglio sull’allenatore perché voleva esonerare l’ex milanista. Gli consigliai Papadopulo ma lui prese Iachini”.

1000 EURO AL MESE PER SCARAMANZIA

La consulenza di Mario Vitale per Zamparini, a quanto pare, non era a titolo gratuito: “Mi dava 1000 euro al mese – dice Vitale – e mi ha sempre pagato per 4 anni. Ogni tanto gli mandavo qualche scheda tecnica di giocatori della zona, ma non ne ha mai preso uno. Ufficialmente ero un osservatore, ma mi chiedeva sempre di portargli fortuna. Quindi immagino che mi pagasse per questo. O perché voleva darmi una mano. E’ un generoso – precisa – mi ha sempre pagato, ma fino a due anni fa. Ogni tanto litigavo con lui al telefono per i soldi, devo ringraziare la signora De Angeli che metteva sempre una buona parola. Una persona a modo, spero che resti nel Palermo”.

OCCHIO AL NUOVO PALERMO

Anche se è più tifoso del Catania del suo amico Pietro Lo Monaco, Vitale, da grande amante del calcio, mostra interesse anche per la squadra del capoluogo siciliano. Ma è più forte di lui, non riesce a discernere l’esoterismo dalla sua passione per il pallone, soprattutto se di mezzo ci sono i suoi interessi personali: “Il futuro del Palermo – spiega -dipende molto da come si comporterà nei miei confronti il Direttore Generale Lucchesi, anche se mi sembra una brava persona – ride Vitale -. Non è una minaccia – conclude – anche perché le minacce di uno iettatore sono molto esoteriche. Ma ogni tanto ci prendo. Per esempio col Palermo che non ha avuto più fortuna da quando Zamparini non mi ha più chiamato”.

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