Tutto ebbe inizio una domenica di primavera, anno 1978.
Uno zio acquisito del paese di mamma aveva un figlio che giocava nell’Avellino; una telefonata a metà settimana annunciò la presenza di tale zio Settimo (a noi ignoto) allo stadio della Favorita per la gara di serie b col Palermo e l’invito per Papà, me e mio fratello a vedere la partita in tribuna.

L’INVITO DELLO ZIO

Eravamo ragazzini (8 anni chi scrive ), già avviati alla pratica della pelota e dotati di informazioni sul pianeta calcio sopratutto grazie agli album e alle figurine, ma lo stadio lo conoscevamo solo per sentito dire e visto di fretta quando passavamo in macchina dalla zona di Via del Fante. L’invito dopo le mille raccomandazioni di mamma fu accettato. I ricordi unici e un po’ sfocati di quella giornata sono l’incontro con lo zio sconosciuto, una fila con con dei sediolini verdi che sormontava il campo di gioco. E la giornata tipica della nostra primavera, con il sole che comincia ad essere intenso.

RESTAI ALLOCCUTO

E quelle maglie, di un colore tenue ma intenso al tempo stesso. Si le maglie della squadra della mia città, che uscivano pian piano alla nostra destra dal tunnel degli spogliatoi, stagliandosi uniche sul terreno e differenziandosi perentoriamente non solo da quelle di arbitro e avversari, ma da tutto il mondo intorno. Restai alloccuto per dirla aulicamente. Vincemmo e di netto ( 4-1 ).

UN CONFRONTO RUSTICANO

Ma la cosa rimase lì, unico episodio, che tuttavia si sarebbe ripetuto l’anno dopo quando il nostro cugino acquisito venne a farci visita con l’Atalanta. Qui ci fu una  gara fu tosta, uno 0-0 condito da calci e ammonizioni. E lo zio Settimo ebbe per così dire un alterco con dei signori che, insultando il figlio, avevano scomodato sua mamma……
Non si arrivo’ alle mani ma fu un confronto rusticano.

PALERMO-MILAN

Questa e la carriera del ragazzo (buona per lui) calo’ il sipario sull’avvenimento. Ma il fuoco oramai covava sotto la cenere e nel Marzo del 1981 alcuni amici, avvezzi frequentatori dello stadio, coinvolsero papà per la partita col Milan, precipitato in B per il calcio scommesse che aveva anche bastonato il nostro Palermo con ben 9 punti di penalizzazione. Stavolta fu curva lato Palermo  e qui il ricordo e’ più limpido. Fila infinita, un bambino fra due grandi in modo che non pagasse, fornello sgangherato e rumoroso sotto la curva una sorta di suk dello street food e pure bidoni di vino.

IL GIORNO DI CALLONI

La partita fu epica decisa dal numero 9: 3-1 con Calloni portato in trionfo. Davide aveva battuto Golia e messo le basi per una incredibile salvezza. La gioia fu immensa e indescrivibile, quel 128 rosso  riportava a casa un manipolo  festante e un amore oramai scoppiato. La stagione successiva 1981-82 ci vide sempre presenti.

RENNA E I PICCIOTTI DI ARCOLEO

Da allora ne ho viste tante, gli anni 80 e 90 con tanta b e qualche c, segnati da una inspiegabile radiazione e un anno sabbatico. Con società spesso gestite per svariati motivi in  modo pedestre, con squadre che si facevano all’ultimo magari con prestiti o occasioni last minute. Il Palermo di Mimmo Renna ,la squadra della rinascita, le trasferte a Trapani per i lavori Mundial  e i picciotti di Arcoleo i ricordi più lieti. In crisi spesso ma sempre lì in mezzo ai gradini della sud, quel bambino diventato  adulto, sempre bardato di rosanero.

DALLA FINALE AL BIANCAVILLA

Il resto e’ storia moderna: nel 2000 la proprietà della Roma rileva il Palermo in C e successivamente lo rivende ad un imprenditore del Friuli malato di pallone.
Si svolta e ho messo su famiglia: vedo la A, la coppa europea, sfioro la Champion e vado a Roma per una finale, per poi ritrovarmi a giocare col Biancavilla. Nemmeno nel miglior triller americano.

 

MATRIMONIO E C2

Nel 1997 mi sposo, l’anno dopo decido di non seguire la mia squadra dopo un anno di bile terribile culminato nella  retrocessione in C2. Resisto fermo sino ad un pomeriggio di Ottobre 1998, mia moglie gioca a basket, sono solo sul divano e squilla il telefono: ”Compa’ oggi ci giochiamo il primo posto….al velodromo c’è il Castel di Sangro, la squadra e’ giovane, vedessi come corrono….”. La cornetta resto’ penzolante e io corsi all’appuntamento che mio compare Dario mi aveva indicato. Ecco questo l’unico mio momento di abbandono,che continua tutt’oggi in una categoria infima, ma fra le braccia di colori inimitabili e di una passione tanto inspiegabile quanto unica.

p.s.
Un grazie a Manuale d’amore di Giovanni Veronesi: un bel film del nostro cinema che mi ha dato lo spunto a quanto scritto (rigorosamente di getto) sopra.

Playlist: Tutto il calcio minuto per minuto – Sigla