Passavo da Via Roma, a rimorchio dei miei pensieri. Poco prima dell’incrocio con Via Cavour sul marciapiedi vidi quest’uomo che suonava l’organetto, con un sorriso largo dipinto in volto e un gatto gigantesco sulla spalla.
Mi parve tutto naturalmente poetico: un clochard dall’aria felice, il gatto paraculo, l’organetto…
Gli chiesi se potevo fotografarlo. Mi rispose timidamente di si e mi parve stupito e forse lusingato.
Si faceva chiamare Aldo, ma in realtà si chiamava Aid Abdellah ed era un nordafricano naturalizzato francese. Pittore e mimo, conosceva i cieli stellati del mondo.

LA TESTA FRACASSATA

In Italia aveva vissuto in Puglia, poi nel Lazio e al Nord, ma aveva scelto le stelle di Palermo come tetto perché – diceva – al suo gatto piaceva il clima della città e poi perché la gente qui gli sembrava buona e disponibile.
Aldo è stato ritrovato sotto i portici di Piazzale Ungheria, dove da tempo dormiva, in un lago di sangue, con la testa fracassata.

UCCISO DA UN TEPPISTA

Ucciso per rapina (“L’ho colpito, ho preso i soldi. Erano 25 euro e sono andato via. La spranga l’ho lasciata lì”) da un sedicenne rumeno di etnia rom. Ucciso da uno di quei giovanissimi teppisti sempre ubriachi e strafatti di cocaina che da tempo lo perseguitavano e che lui temeva. Per questo aveva scelto di sistemare il suo povero giaciglio e dormire sotto l’occhio di una telecamera. Quella telecamera che infatti nitidamente ha ripreso le fasi dell’omicidio e il volto dell’assassino.

ERA UN UOMO BUONO


Aldo non beveva, non disturbava, non chiedeva niente a nessuno. Era un uomo buono, che pensava prima al suo gatto poi a se stesso. E il suo gatto – si chiama Helios – l’ha vegliato fino all’arrivo dei Carabinieri, prima che una donna lo portasse via con se, al sicuro.
Era il 18 dicembre 2018. Da quella notte sotto le stelle di questa città ci sono un uomo mite, un sorriso e un gatto in meno.

Playlist: Walk on the wild side – Lou Reed