Una Palermo suggestiva, misteriosa, ammaliante. Una Palermo tra Arte e Mito, tra Storia e leggenda, tra Arabi e Normanni, tra Cristiani e Musulmani, tra atmosfere dense di vitalità e un’ombra di morte che aleggia sui due protagonisti fin dalle prime pagine. La figura grandiosa, pur nelle sue contraddizioni, di Federico II, lo Stupor Mundi, che domina la scena.

IL LACCIO DEL SARACENO

Il laccio del Saraceno, sorprendente, audace e riuscitissima opera prima di Pina Cusimano, pubblicata da Qanat Editore, è un racconto vibrante, che porta per mano chi ama e conosce Palermo in giro per i suoi monumenti ricchi di tesori, a (ri)vedere luoghi cari sotto una luce più intensa, ad aggiungere un dettaglio in più rispetto a quello che pensiamo di conoscere già. E chi invece non la conosce ancora, verrà inesorabilmente risucchiato in un vortice di curiosità e fascino.

I LUOGHI SIMBOLO DI PALERMO

Così, nelle prime pagine, l’autrice ci guida tra i vicoli antichi del centro storico, in via Celso, e poi fino alla gloriosa Cattedrale, di cui ci racconta suggestioni e storie note e meno note. Ci conduce poi a San Giovanni degli Eremiti, a Palazzo dei Normanni e alla meravigliosa Cappella Palatina, fino alla chiesa della Martorana e al Castello della Zisa, in un ideale, affascinante ma anche misterioso giro dei principali luoghi simbolo della Palermo arabo-normanna.

TRA I RESTI DEL CASTELLACCIO

Nella seconda parte del romanzo, poi, entra in gioco San Martino delle Scale, il luogo d’origine di Pina alle porte di Palermo, nonché quello dove ancora vive e che ama profondamente, come peraltro si intuisce perfettamente scorrendo le pagine del suo libro. A San Martino, tra i resti del Castellaccio che domina Palermo e Monreale, la avvincente storia di Pina Cusimano trova il suo apice, la sua massima tensione drammatica, alla quale l’autrice aveva sapientemente preparato il lettore nella parte precedente del libro.

CRISTINA E FRIEDRIK

È un continuo gioco di richiami storici, descritti con metodo rigoroso e che fanno trasparire una ampia e approfondita analisi di fonti bibliografiche. Il romanzo, tuttavia, non è Storico nel senso classico del termine, come l’autrice ripete più volte, già nella prefazione, col suo “avviso accorato ai lettori”. La vicenda narrata è di fantasia, come i suoi due principali protagonisti, Cristina Nemini e Friedrik Hammer, studiosa che si occupa di restauro, lei, e affermato professore universitario di studi medievali, lui.

GLI STUDI DI PINA

Anche Pina Cusimano nella vita ha studiato a lungo restauri librari, e la sensazione che si avverte leggendo il libro è che i riferimenti autobiografici non si limitino certo a questo, né alla descrizione accurata e carica di affetto della vecchia Abbazia, del Castellaccio e del paesaggio dentro e intorno a San Martino delle Scale.

FEDERICO E I MONELLI

Vi è poi un terzo protagonista in qualche modo indiretto ma centrale, il Saraceno richiamato nel titolo. Si chiama Ahmed Addid e la leggenda, mai però assurta al rango di verità storica, vuole che fosse tra i più fedeli e fidati servitori di Federico II, che durante l’infanzia salvò dalle violenze dei monelli lungo i vicoli di Palermo.

REALE E VISIONARIA

Lungi da me il nefasto intento di spoilerarvi alcunché di una storia così ben architettata, reale e visionaria insieme, a tratti paradossale eppure che si dipana benissimo tra 8 secoli di storia, dal 1200 ai giorni nostri. Posso dirvi solo che non è proprio una storia d’amore, ma lo è anche, non è proprio un giallo ma lo è anche, non è proprio un thriller ma lo è anche. Insomma, io l’ho avuto per un anno in casa senza leggerlo, ma quando l’ho fatto l’ho divorato in pochi giorni, facendo fatica a credere che fosse opera di una esordiente.

UN ROMANZO CHE SCORRE

Non è un romanzo che definirei facile, come del resto tutti quelli pieni di rimandi medievali. Tuttavia, l’autrice ha la non comune abilità di renderlo scorrevole alla lettura e di prevenire e soddisfare ogni curiosità che inevitabilmente sorge nel lettore, dislocando nei punti giusti una certa quantità di informazioni storiche connesse con le vicende e le ambientazioni trattate. In questo modo, il romanzo risulta appassionante nella sua parte di fantasia, ma al contempo arricchente sul piano culturale per tutti i suoi puntuali riferimenti storici. Data l’opera di esordio, a questo punto non resta che attendere con impazienza l’opera seconda di Pina Cusimano.

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