Era una giornata decisamente grigia, il cielo prometteva una bella burrasca di pioggia e, naturalmente, per completare l’opera (e avere una possibilità in più di riflettere sulla fatica che il vivere comporta, cosa che la maggior parte delle persone constata senza doversi impegnare troppo) la macchina non mi partiva.
Ma avevo un appuntamento, dovevo affrettarmi e, dunque, non mi restava che prendere l’autobus: non avrei dovuto aspettare chissà quanto, pensavo.

DURA LA VITA

Ad attendere sotto la pensilina, mentre la pioggia scrosciava abbondante sopra e attorno a noi, c’era una corpulenta signora di mezza età, visibilmente agitata. Parlottava fra sé e sé e si interrompeva guardandosi intorno e sospirando verso di me, mentre raffiche di vento ci facevano stringere nei nostri giubbotti.
“È dura!” mi sentivo commentare verso di lei, invece delle solite battute sul tempo e sui tempi di percorrenza degli autobus.
“Ah un sape quantu!” mi rispondeva la signora. Era un evidente invito ad ascoltare per un counselor convinto come me che ‘ogni vita merita un romanzo’; perciò cautamente tentai un ‘Vedo che è molto preoccupata”.

CONSULTORIO STRADALE

Di autobus neanche l’ombra. Guardandomi incerta, la signora resisteva: “unn’è ca si po parrari cu primo ca passa!”. Considerazione che mi sembrò escludesse una smentita, e invece, reggendo il suo sguardo, indovinai un: “Specialmente se si tratta di problemi che ci fanno arrabbiare”. “Minchia u sensu mi fa nesciri stu figghiu!”… e giù, tutto d’un fiato, in modo concitato, uscirono le richieste continue di denaro del figlio, la sua mollezza di madre, il lavoro che non si trova, la paura per ‘chiddu ca mi cummina’ e la sensazione di ‘uscire pazza‘.

LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

Dell’autobus neanche l’ombra. E un ultimo rabbioso sospiro. Sorrido. “Come si sente?”. È sorpresa. “Ci avevo furmini in testa e lei mi ci ha rimesso il sole!” Stavolta il mio autobus passava. Con la mano ho salutato la signora e mentre salivo sull’autobus sento: “Minchia ca prima che passa!”.

Playlist: Sweet child o’ mine – Guns N’ Roses