Quando scese in mare, nel 1912, si chiamava “Astree”. Era stato costruito nei cantieri navali di Sunderland (cittadina industriale a circa 500 chilometri da Londra) per conto di armatori francesi. Era un piroscafo da carico del tutto simile a quelli della sua categoria in quegli anni: 68 metri di lunghezza; 1.055 tonnellate di stazza; 11 nodi di velocità massima. Giunse in Italia nel 1933, acquistato da armatori campani, e immatricolato col nuovo nome “Loreto”.

LA QUARTA SPONDA

Allo scoppio della guerra fu requisito e militarizzato. Bisognava rifornire l’esercito italiano in Africa di viveri, armi, truppe fresche e carburante. Non era tempo di ponti aerei e l’unica strada per raggiungere la mussoliniana “Quarta Sponda” era quella del mare.

400 SOLDATI INDIANI

Ma i convogli erano lenti e molto visibili; una facile preda per i sottomarini nemici che facilmente riuscivano a beffare corvette e torpediniere di scorta. Il 9 ottobre del 1942 il Loreto partì da Tripoli, dove aveva trasportato alcuni fusti di benzina, diretto a Napoli. Portava in stiva i fusti vuoti ma anche un gruppo di prigionieri di guerra, 400 soldati indiani che combattevano al fianco dell’esercito inglese.

IL SOMMERGIBILE INGLESE

Il pomeriggio del 13 il Loreto viaggiava in solitudine, senza scorta, e arrancava sottocosta, quando fu sorpreso – all’altezza di Isola delle Femmine – dal sommergibile britannico Hms Unruffled acquattato in attesa. Erano le 17:32: il primo dei due siluri mancò l’obiettivo e andò a impattare sull’Isolotto, ma il secondo colpi la nave a poppa. Alle 17:43 il Loreto era già per metà sotto l’acqua; un minuto dopo era scomparso per sempre. Erano passati in tutto solo 12 minuti.

I PESCATORI DI SFERRACAVALLO

Dalla terraferma si erano staccate intanto alcune imbarcazioni di pescatori delle zone di Isola delle Femmine e di Sferracavallo, che si erano resi conto della tragedia che si consumava sotto i loro occhi. Non ci pensarono un attimo prima di entrare in azione. D’altronde la legge del mare – aiutare chi è difficoltà – vale anche se sei a terra e hai barche e reti tirate a secco.

L’EQUIPAGGIO

La maggior parte dei naufraghi recuperati fu portata a Isola delle Femmine, il resto a Sferracavallo. I pescatori di Isola e Sferracavallo salvarono in totale 131 persone (32 militari italiani membri dell’equipaggio e 99 prigionieri indiani), mentre i mezzi della Regia Marina nel frattempo pure accorsi  salvarono altri 17 soldati e 178 prigionieri. L’equipaggio del Loreto si comportò con onore, prodigandosi per liberare i prigionieri, altrimenti tutti destinati a una morte atroce, mentre la nave colava a picco.

IL RACCONTO DI UN SUPERSTITE

Il racconto di uno dei superstiti: “Il sommergibile lancia una doppietta di siluri. Un siluro esplode contro l’Isola delle Femmine. L’altro siluro ci colpisce a poppa. I soldati sono sbiancati dalla paura. Il Loreto non può manovrare, scade di poppa. Non c’è niente da fare. I soldati corrono qua e là sulla coperta che rapidamente si appoppa. I prigionieri urlano. Bisogna salvare i prigionieri. Salvarli. La nave continua ad appopparsi. Non c’è scampo. Lancio di fuochi Very. Urla. Madonna mia… Madonna di Lourdes salvami…”

LE VITTIME

Ma la Madonna, anche quella di Lourdes, quella volta non si fece viva.  Le vittime furono 124, 123 prigionieri indiani e un militare italiano. Sono ancora tutti lì sotto, nella stiva di quella nave con la poppa squarciata e circondata da fusti vuoti, 89 metri sott’acqua, che è diventata la loro tomba.

Playlist: – We will remember them – Mark Knopfler