La parola Pole Dance d’istinto potrebbe evocare, quantomeno nella mente dei più maliziosi l’immagine del palo all’interno del classico locale v.m. 18.  In realtà si tratta di qualcosa di completamente distinto dallo stereotipo di cui sopra, che si indica col prefisso Lap. La Pole Dance è una disciplina sportiva a tutti gli effetti e come tutti gli sport richiede tempo, allenamento e disciplina. Da un po’ di tempo a questa parte comincia ad essere praticata anche a Palermo.

IN CITTÀ

La Pole Dance come sport si ispira alle arti circensi giapponesi, precisamente all’esercizio della scalata della pertica. In Sicilia in particolare  si tratta di una realtà emersa solo di recente.  A portarla a Palermo è stata Danila Di Simone, istruttrice e giudice internazionale di Pole Sports, originaria di Casteldaccia: “Entro a contatto con la Pole Dance a Londra dove vivevo – spiega Danila – inizialmente per curiosità. Nel 2015 divento istruttrice, poi nel 2016 torno a Palermo e decido di provare a insegnare. I primi tempi c’era un generico imbarazzo perché in molti la associavano con la Lap e mi chiedevano se ci fosse un legame. Alcune palestre inizialmente non mi hanno calcolata, altre invece mi hanno supportata aiutandomi con l’acquisto del palo. Originariamente ho cominciato con una palestra, adesso, insegno in quattro posti, compresa Casteldaccia. Oggi chi mi chiama sa esattamente cosa è la Pole Dance e il tipo di attività”.

L’ALLENAMENTO

Sollevamenti, elongazioni muscolari e contorsioni che al confronto fanno sembrare Dhalsim di Street Fighter uno sciatalgico. Un’attività che richiede una preparazione specifica: “Si inizia una fase sostenuta di riscaldamento muscolare a terra. Poi si passa al potenziamento sul palo. Infine viene la fase tecnica, quella delle figure sulla pertica. Ovviamente bisogna seguire gli allievi in modo personalizzato. Se c’è chi non ha ancora la flessibilità giusta, bisogna inserire esercizi più semplici per coinvolgerlo. E’ un allenamento di flessibilità e forza che col tempo porta risultati soprattutto su spalle e braccia, che sono le parti più sollecitate”. Vista così sembra un’attività riservata solamente a persone con fisicità di un certo tipo. In realtà non è così: “Sfatiamo il mito che questo sia uno sport esclusivamente per persone flessibili o magre. Chiunque può fare pole dance, anche chi non ha fatto danza o sport in generale, che sia uomo o donna”.

A LIVELLO AGONISTICO

L’allenamento di Pole Dance non è necessariamente finalizzato al mero, seppur impegnativo, esercizio fisico. C’è anche spazio per la competizione: “Le gare sono principalmente di tipo artistico. Nelle esibizioni, suddivise in varie tipologie di esercizio, si valuta principalmente l’aspetto coreografico“.  Di recente eventi agonistici di Pole Dance sono stati organizzati qui in Sicilia: Ho organizzato, in collaborazione con Erika Esposito, pole artist di Bologna, un evento regionale che dall’anno prossimo diventerà nazionale. L’obiettivo era quello di coinvolgere le pole dancer siciliane, che per ragioni logistiche e di costo restano marginalizzate dalle competizioni. La matrice è principalmente artistica, si valuta l’aspetto coreografico. Organizzare è faticoso ma sono felice per i riscontri e per i traguardi raggiunti dalle mie allieve”.

PERCHÉ FARE POLE DANCE

Seppur appena uscita dalla fase embrionale, la Pole Dance comincia comunque a ritagliarsi un suo spazio. Sui motivi per cui si può praticare questo sport la Di Simone fornisce diversi input: “Perchè intanto vedi dei cambiamenti importanti sul fisico. Si tratta di un allenamento completo. Poi aiuta tanto a superare i propri limiti e condizionamenti. Per esempio molte mie allieve avevano paura del vuoto e adesso si buttano senza remore in allenamento a testa in giù. Altrettanto importante è il fatto che si creino dei legami all’interno di un contesto piacevole. Mi adopero sempre affinché nelle mie classi ci sia affiatamento senza alcuna tensione”.

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