Gli stadi sono pieni di campioni a cui la vita non ha fatto una sola carezza. Poi ci sono i fuoriclasse, la minoranza degli eletti che regge su spalle spesso fragili la responsabilità di accendere passioni. Fabrizio Miccoli è stato uno di loro, creatore di magie e di gol nel migliore Palermo di sempre, un eletto che proprio a Palermo ha trovato la sua dimensione di idolo e trascinatore di folla. Capitano di quelli che la fascia la esibivano sul braccio come un pirata la benda sull’occhio, segno di distinzione e di comando.
LA CROCE DEL CAPITANO
Questo era l’attacco di un articolo a mia firma pubblicato da ilgazzettinodisicilia.it il 21 ottobre del 2017 all’indomani della condanna in primo grado per estorsione. Oggi l’argomento Miccoli torna d’attualità. Con tristezza, se mi è consentito sottolinearlo, perché la bestemmia contro Giovanni Falcone intercettata dagli inquirenti e conosciuta ormai da tutta Palermo (“Quel fangu di Falcone” o cosa similare, con accento del luogo per assegnare un contesto alle dissennate parole) sarà la sua croce eterna. Un ergastolo morale al quale Miccoli non sembra rassegnato. Le sue scuse a Maria Falcone (e per il tramite della sorella del giudice a tutta Palermo), non sono mai state prese in considerazione e qui non s’intende discutere se a torto o a ragione.
LE CATTIVE COMPAGNIE
Ciò che è discutibile è il fine pena mai. Miccoli è stato un grandissimo giocatore e un uomo mediocre. Ha sbagliato, verosimilmente pagherà perché allora invischiato in quel sottobosco di cattive frequentazioni di cui nessun stadio italiano è immune. Miccoli non aveva la struttura culturale per tenersene alla larga e ciò non venga letta come una giustificazione. Ma certamente è anche un atto d’accusa verso quella parte di Palermo che ancora resiste e vegeta, che non ha perso ancora certe scriteriate abitudini e sembra sapersi adattare al più internazionale rito del follow the money.
PALERMO NON PIU’ BUTTANISSIMA
Segui il denaro e chi lo possiede. E in via del Fante di denaro ne scorreva a fiumi, sino a qualche anno fa. E questa parte di Palermo ha amplificato a volumi altissimi la minchionaggine del campione. La condanna di Miccoli sarà anche la condanna di Palermo che magari – con tutto il rispetto per Pietrangelo Buttafuoco e Giuseppe Sottile – non è più buttanissima, ma è assai lontana dall’essere santa.
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Grande Miccoli