Come si passa dall’agenda di Giulio Andreotti ai tweet di Salvini e Di Maio? Il modo di comunicare, nel mondo della politica, è cambiato totalmente con l’avvento delle nuove tecnologie e dei social. Questa evoluzione ha cambiato la politica stessa. Non ci sono nemmeno i leader di una volta – direte – ma il processo di mutamento di tutto il sistema di comunicazione ha fatto sì che anche i consensi siano orientati verso chi è più social. Le cosiddette reazioni, sui vari instagram, twitter o facebook, sono il termometro della popolarità e della forza comunicativa dei nuovi leader.

LA NUOVA COMUNICAZIONE POLITICA

Di queste nuove dinamiche ha parlato Marcello Sorgi, editorialista de La Stampa, nella sala congressi di Palermo dell’Ordine dei Marcello Sorgi - comunicazione politicaGiornalisti: “I politici della Prima Repubblica – ha spiegato l’ex direttore del tg1 – comunicavano con una lingua a volte incomprensibile. Però gli piaceva parlare coi giornalisti nel tentativo di orientarne il messaggio. I politici di oggi hanno una comunicazione unidirezionale. Si riprendono con un lungo selfie filmato, fanno una ripresa con una dichiarazione e non accettano domande”.

MESSAGGI PRECONFEZIONATI

Ad iniziare questo processo di comunicazione unilaterale, ovvero senza contraddittorio, fu Silvio Berlusconi con l’avvento di Forza Italia già nel 1994. Non c’erano ancora i social ma l’imprenditore milanese fu un precursore e usava le sue tv per mandare messaggi politici preconfezionati, evitando, quando poteva, interviste con domande dirette. A meno che non fossero già concordate. Ciò scatenò negli anni ’90 le proteste di giornalisti ed editori che si rifiutarono di mandare in onda un prodotto preconfezionato che mortificava di fatto la loro professione.

LA TERZA REPUBBLICA

Ma era solo l’inizio di un qualcosa di molto peggiore, che sarebbe arrivato con quella che di fatto può considerarsi la Terza Repubblica, ovvero quella del Movimento 5 Stelle e della Lega, con il supporto dei social network. Oggi la comunicazione si fa a colpi di tweet. E tra un post serio e un altro, può capitare di trovare una foto intima di Salvini con la Isoardi. Perché bisogna anche diversificare, a volte in momenti strategici, quando la discussione o gli eventi prendono pieghe insperate.

IMMIGRAZIONE E SICUREZZA

Non si può parlare, per esempio, sempre e solo di sicurezza ed immigrazione, anche se ciò che fa tendenza non va mai trascurato. Prova ne è che proprio questi due temi, da soli, stanno cambiando le dinamiche della politica europea e non solo. “Sono argomenti che muovono i consensi di tutto il mondo – spiega Marcello Sorgi – dall’America di Trump alla Francia in cui Marine Le Pen ha trionfato, alla Germania in cui è rinato un partito con venature tra nazismo e fascismo. In tutto il mondo – continua il giornalista palermitano – la gente ha timore dell’invasione degli immigrati e chiede più sicurezza e più protezione”.

TEMI CALDI

Anche se non sono i problemi più seri del mondo, dunque, l’immigrazione e la sicurezza fanno la differenza. Così come sta cominciando ad essere un tema caldo l’argomento ambiente che, grazie alla piccola Greta Thumberg, che è diventata virale sul web con le sue proteste ambientaliste, è riuscita ad influenzare positivamente gran parte dell’Europa e del mondo. I risultati delle ultime europee hanno confermato, tranne in Italia, i consensi verso i Verdi in Paesi come Francia, Germania, Polonia e altre Nazioni europee.

I SOCIAL FANNO LA DIFFERENZA

Tali tendenze e questi risultati dimostrano come un certo tipo di comunicazione politica, nel terzo millennio, abbia preminenza sulle più o meno reali necessità mondiali. Ai nostri tempi basta un alito di vento per scatenare uno tsunami. La viralità delle informazioni, il livello di influencer del politico, la strategia comunicativa, fanno la differenza. Cambia la politica e cambia anche il giornalismo, che deve abituarsi, gioco forza, a certe dinamiche sempre più diffuse e ad interlocutori che non usano più agende e parole orientate ma smartphone e tweet, efficaci e di tendenza.

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