Francesco è un fotografo che collabora con varie agenzie, ma gli scatti fatti ai cortei e alle figure istituzionali lo annoiano terribilmente. Lui sogna da sempre il cielo, gli aerei e le alte velocità; di sentire quel brivido euforico e profondo che ti attraversa la schiena chiamato adrenalina. E sin da piccolo inoltre era affascinato dalla carriera nell’esercito, un mondo fatto di grande rigore, giustizia e senso della patria. Solo dopo avrebbe scelto la fotografia. “Vengo da una famiglia di militari e volevo continuare la tradizione. Mio nonno era capitano e mi raccontava storie magiche che mi facevano addormentare la notte. Era fascista, ma non ha mai manganellato nessuno, in quel periodo storico era normale esserlo. Un figlio dei suoi tempi”. Considerate ad esempio che il nonno di Francesco era stato addirittura esaminato da un colonnello dell’esercito americano che era sbarcato in Sicilia per cercare i fascisti da incriminare dopo la guerra. Alla fine lo yankee gli ha offerto un whiskey, una sigaretta e dopo avergli stretto la mano l’ha fatto andare via.

OLTRE AL NONNO LO ZIO

Inoltre lo zio di Francesco era generale di un corpo di armata. Un uomo a detta di tutti burbero, addolcito solo dalla presenza del nipote al quale raccontava storie di salvataggi eroici e di battaglie, adornate da libri, divise e spade appese al muro. Come fa un bambino a non rimanere ammaliato da questo mondo di avvincenti avventure che hanno modificato la storia? “Non era solo la guerra ad attirare la mia attenzione. Credo anche nella giustizia e nel dovere. Ma attenzione, non sono un un fanatico”.

I FEEL THE NEED FOR SPEED!

Non prendiamoci in giro. Erano gli anni ’80, il cinema, soprattutto quello americano, andava alla grande. Tom Cruise diventa un divo con la sua interpretazione di Pete “Maverick” Mitchell in Top Gun e molti bambini cominciano a sognare di sfrecciare in cielo. “Perché non lo devo dire? Mi sono innamorato dell’aviazione con quel film. Ma il primo fu Countdown: dimensione zero visto a Biella”. Un amore a prima vi…sione! Molti potevano pensare che fosse un’infatuazione passeggera. Chiedetelo a Francesco se lo era. Ora che in volo sugli Eurofighter Typhoon fotografa il cielo

FOTOGRAFIA…

… su velivoli che, purtroppo, non guida personalmente. “Volevo fare il pilota, ma nonostante l’impegno non ci sono riuscito. Forse non era destino”. Francesco deve quindi conservare le tante riviste d’aviazione comprate negli anni sotto il letto. E tirare fuori la macchina fotografica per immortalare negli aeroporti siciliani decolli, atterraggi e acrobazie pazzesche. “Io nasco come spotter, che sarebbero gli appassionati di fotografia aeronautica. Da lì piano piano mi sono inserito in ambienti più esclusivi: quelli militari. Per entrare ho dovuto fare scatti per riviste specializzate che purtroppo ora non esistono più. Ma ero dentro. Ce l’avevo fatta”.

…RUBATA

Ma la vita, si sa’, è piena di insidie e a volte gioca brutti scherzi. “Mostravo a tutti la mia prima attrezzatura, guadagnata con il sudore della fronte, e un giorno con un raid mirato mi hanno svaligiato casa e rubato pellicole e macchine. Un trauma. Non volevo fotografare più…

 

AFGHANISTAN

…e invece ho continuato. E sono migliorato finché poi mi hanno chiamato anche in Afghanistan. La prima volta nel 2014 e tra l’altro ero pure da solo quindi non sapevo a cosa andavo incontro. Arrivato alla base il primo giorno, dopo un lunghissimo viaggio e con pochissime ore di sonno, ho partecipato al primo briefing. Ti riempiono di nozioni, di tutto quello che devi sapere. Una cosa che appena arrivi non ti aspetti. Altro che fotografia“.

VOGLIA DI AVVENTURA

Il portellone aperto di un elicottero diventa poesia mentre si sorvolano zone pericolose assordate dagli spari dei mortai. Francesco non teme il pericolo, ma si nutre di emozioni crescenti. “Fosse per me volerei ogni giorno, in qualsiasi parte del mondo”. E’ la voglia di scoprire nuove terre, di incontrare popolazioni sconosciute e di immedesimarsi in realtà descritte solo per grandi linee dai telegiornali. “Ogni volo ha la sua storia. Quando sei a mac2 con l’Eurofighter, e quindi a una velocità supersonica, e scatti foto legato al seggiolino con maschera, casco e visiera l’emozione ti assale. Sei proprio in mezzo alle nuvole. Non hai il classico oblò degli aerei, ma un enorme cupolino che ti fa vedere tutto. Mentre sull’elicottero funziona diversamente, hai la possibilità di guardare giù il mare, la terra e le città mentre il vento ti solletica il viso”.

UNA DOLCISSIMA STORIA

Inoltre un’avvenimento che Francesco non dimenticherà mai è il suo arrivo all’orfanotrofio di Herat “e soprattutto i volti sorridenti delle bambine quando abbiamo regalato dolcetti, wafer, merendine e succhi di frutta. Portavamo in quell’edificio il poco che potevamo e le bambine, nonostante non avessero niente, lo volevano dividere con noi. Una di loro aveva una nutellina minuscola e voleva offrirmela. Mai vista una cosa del genere in occidente. Un’altra mi ha anche restituito lo smartphone che avevo perso. Non è solo fotografia. E’ vita”.

 

playlist: CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL – FORTUNATE SON