Il passaparola, quella forma di marketing invincibile. Quel fenomeno chimico di scambio di energie che ti spinge a sederti nell’uno o nell’altro ristorante. Influencer come alchimisti e aziende che si venderebbero l’argenteria di famiglia pur di convincere potenziali clienti. Il passaparola  come dio, sempre presente dalla notte dei tempi e oggi come i santini a mo’ di post, il passaparola si ripresenta sotto le sembianze di gruppi o pagine Facebook. E si sa, in Sicilia si parla di cibo anche mentre si mangia e i social network non ne sono immuni.

MANGIARE BENE E MALE A PALERMO E PROVINCIA

C’è un gruppo, che se Dante fosse vissuto ai tempi nostri gli avrebbe dedicato un girone infernale. Si chiama Mangiare bene e male a Palermo e provincia, è in rete da dieci anni (praticamente il fratello minore di Facebook), con 83mila utenti è il gruppo più numeroso e importante d’Italia nel settore delle recensioni sui ristoranti. Lì ogni giorno perfetti sconosciuti lasciano un loro parere disinteressato sulle pizze mangiate, sulla carne scotta, sul vino di bassa qualità, sulla scortesia del tizio alla cassa e anche se non sembra, ci sono pure commenti positivi. L’idea originale è di alcuni avvocati palermitani che però si defilano presto, lasciando tutto nelle mani di tre utenti, oggi a tutti gli effetti amministratori del gruppo (Raffaela Usenza, Franco Nicosia e Francesco Caronia): “Non sapevamo cosa fare – spiegano – poi abbiamo scelto di migliorare il livello della ristorazione palermitana”, perché l’ambizione se la mangiano a colazione.

MA NEANCHE UNA PIZZA GRATIS?

Una media di cinquecento iscrizioni al mese e il colmo è che i tre non svolgono alcuna attività professionale nell’ambito della ristorazione. Con questi numeri, se solo gli utenti mettessero due euro al mese, si sbancherebbe il jackpot, ma gli amministratori sono chiari: “Per scelta rinunciamo a qualsiasi tipo di guadagno per non rinunciare alla natura del gruppo – raccontano – questo ci permette di non essere vincolati e ci offre la libertà di esprimerci”. Ma neanche una pizza gratis? “Abbiamo sempre ringraziato e rifiutato e vi assicuriamo che in questi anni ci è stato proposto di tutto: fare libri, guide, una trasmissione televisiva, un programma radio, carte sconto, creare circuiti, app e molte cose erano anche interessanti ma la libertà non ha prezzo”.

ARSENICO E VECCHIE RECENSIONI

I tre amministratori desiderano avere sempre più ristoratori fra i contatti, questo per favorire l’interscambio delle esperienze e quindi migliorare il settore, ma a volte la situazione sfugge di mano quando le critiche non sono gradite: “Ai ristoratori è permesso interagire, ma ci sono momenti che sembra di stare in un asilo – dicono – all’inizio non è stato semplice, eravamo più emotivi. Oggi non siamo né maestri né professori, ma siamo più coesi e anche grazie all’aiuto dei più longevi moderiamo efficacemente”.

RECENSIONE DI SANGUE

Mentre scrivo questo pezzo scorro la home del gruppo: una recensione lamenta un capello in un piatto e la mancata emissione dello scontrino. Il momento è delicato, gli utenti sanno che sta per succedere ancora una volta (Giuseppe scrive Prevedo duecento commenti, diciotto sciarratine e na para di tagghiatine i facci), se quella recensione viene vista dal ristoratore coinvolto, non sarà piacevole. Pochi minuti, il ristoratore intercetta e bisogna evacuare la rete. “Noi vorremmo che i ristoratori capissero che questo è uno strumento utile a spiegare cosa è andato storto, rimediare, migliorarsi – raccontano gli amministratori – chi è stato bravo in questo ha visto il suo locale avere risultati pazzeschi”.

E QUINDI, COSA FARE STASERA?

Non un lavoro, ma un hobby e anche dispendioso in termini di energie, soprattutto mentali, perché avere a che fare con il palermitano affamato e deluso è difficile. Ma tutto sommato “siamo contenti, l’esperienza è divertente e potrà continuare anche per altri dieci anni, quando saremo più vecchi e con meno, ma davvero meno pazienza”. E comunque un lato positivo c’è: i tre amministratori non avranno mai dubbi su cosa fare stasera. Anche perché pagano.