Se si ama l’arte, la cultura, dove si va? Nei musei, nelle pinacoteche, dove si racconta la vita dei nostri avi, dove si può assaporare l’atmosfera di antichi abitanti di città scomparse, di civiltà a noi vicine ma perdute per sempre. Una guida appassionata (o meno) ti porterà tra le rovine di città un tempo fiorenti. Ti porterà ad esempio nel mercato della carne di Pompei ( il macellum) o ti perderai da solo nei meandri della zona commerciale tra mille locande dove ancora si vedono i resti delle tavole una volta imbandite .

IL VIAGGIO NEL TEMPO

Ma l’arte, la cultura cosa sono? Sono il prodotto della vita degli uomini. E se volessi tornare indietro nel tempo? Si può, lo puoi fare anzi si può fare come esclamava il dott. Frankenstein nel film in bianco e nero di Mel Brooks. Prendi la capsula del tempo, servita dall’AMAT, il servizio di mobilità pubblica di Palermo. Sali sul’autobus della linea 101 e chiedi al guidatore ( al quale non si potrebbe parlare) la fermata del mercato storico di Ballarò.

LE ABBANNIATE

Mercato di Ballarò
L’arco di Cutò

Arrivi in via Maqueda e passi sotto l’arco di Cutò, che per la quasi totalità dei palermitani è una sorta di portale temporale, uno Stargate popolare oltre il quale si perde ogni nozione acquisita in decenni di vita pseudo regolata da norme e regolamenti spesso vessatori. Ti incammini verso un vociare indistinto di venditori che abbanniano, che gridano proponendo le proprie merci e cominci a  sentire mille odori, quegli stessi odori che ti pareva sentire negli affreschi dei vari musei o nei libri di storia.

L’ABILITA’ DEI VENDITORI

Nel giro di pochi passi ti ritroverai immerso in un guazzabuglio intricatissimo di venditori di ogni genere possibile ed immaginabile di merce che puoi aver desiderato nella tua vita di schiavo della grande distribuzione. Abili venditori di frutta, pesce, carne, mille spezie, contrabbandieri di sigarette e vari generi di mercanzie, degne di una nave da carico fenicia nel porto di Cumae. Ti sentirai trasportato in un’altra epoca, nell’unico e solo vero museo vivente e reale d’Europa.

IL RAZZISMO NON ESISTE

Qui il razzismo non esiste. Sono tutti cugini, fratelli e zii a seconda dell’età e di rapporti gerarchici dettati da leggi e norme non scritte ma efficacissime. Luoghi di culto cattolici e non solo, ex templi e a volte moschee riconvertite ed oggi come in un ricambio quasi scontato chiese cristiane riconvertite in moschee, celati da varie mercanzie si ergono a testimonianza di una quasi vana protezione spirituale degli abitanti del luogo.  

IL CONVENTO SALVA ANIME

Conventi spesso abbandonati, ma spesso ancora oggi funzionanti. Come il Collegio del Sacro Cuore di Gesù, vivono e pulsano ancora come trecento anni fa, quando una nobile Marchesa fece costruire e consacrare una chiesa in onore della Madonna Avvocata delle cause perse e disperate, cercando di salvare dalla vita di strada un numero imprecisato di povere ragazze figlie dell’ignoranza e della povertà.

Mercato di Ballarò
Mercato di Ballarò

FRITTOLA E SFINCIONE

Perché Ballarò è mille storie, spesso intricatissime. Ballarò ti sfama con pochi centesimi, con un panino imbottito dei resti del malcapitato bovino ( il pane con la frittola) e ti delizia di squisitezze altrimenti introvabili altrove. Come lo sfincione ambulante pieno di olio e di polvere e fabbrica di anticorpi che lo rende unico.

IL DIALETTO DELLA STORIA

Ballarò è l’anima stessa di un popolo, quello palermitano, che cerca disperatamente di liberarsi di quell’essenza lontana ed antica, volgare, picaresca. Magari andando ad abitare in quartieri lontani ed asettici e mandando i figli laureati a lavorare all’estero. Ma quando ti arriva a casa una multa, guardi il postino, lo identifichi irragionevolmente come un puntuniere ed esclami in perfetto dialetto da mercato storico una frase ingiuriosa impronunciabile, improponibile, intraducibile che solo tremila anni di convivenza di mille culture mescolate possono aver generato.

Playlist: Black market – Weather Report