Fangu [Fàn – gu] Quello che altrove è un “deposito naturale costituito da argilla contenente sostanze organiche e inorganiche, frammiste ad acqua”, come indicato sui dizionari della lingua italiana, in Sicilia è un sinonimo di pesante offesa.

Il fangu (fango in italiano), oltrepassato lo Stretto, è quello che prima fa credere di essere una persona perbene, onesta e trasparente, insomma limpida come l’acqua e invece poi si rivela cattivo, meschino, in una parola sporco, proprio come la fanghiglia.

Si può essere fango qualche volta, ma se l’atteggiamento diventa un’abitudine, allora la persona in questione diventa portatore insano di fanghitudine, una specie di tara genetica che marchia generazioni di donne e di uomini. Ci sono varie gradazioni di fango, con punte minime e massime. Il peggiore in senso assoluto è quello al cui confronto il fango sembra acqua distillata, per simboleggiare che persino l’essere più abietto a paragone diventa un generoso benefattore. In questo caso, l’unica arma di difesa è la fuga.