“Ma chi te lo fa fare?” è il mantra della moglie. Ma il suo obiettivo era quello di entrare nella Hall of Fame dell’endurance in bicicletta. E Gabriele Nunzio Gallì, ex podista, nuotatore di extrafondo e atleta di triathlon, c’è riuscito: ha scalato ventisei volte di fila Monte Pellegrino, fino al santuario di Santa Rosalia, in ventidue ore con la sua fedele bici in carbonio. “E non solo, su 3600 persone al mondo sono il primo ad aver fatto nelle 24 ore anche i 10.000 metri”. Così ha completato il suo EVERESTING 8848 entrando di diritto nell’olimpo del ciclismo. E’ il primo palermitano nella storia a imporre il suo record. “Non è stato facile, giorni e weekend interi passati ad allenarsi”. E’ una storia di sofferenza, ma anche di rivalsa, l’uomo che combatte contro se stesso per superare i propri limiti. “C’è un’emozione speciale nel traguardo, nel vedere che il tuo corpo va nella maniera che pensavi. Dimostrare a se stessi e agli altri che si può fare sempre di più è la mia filosofia. Tutto il resto è un blocco imposto dalla mente”.

EVERESTING 8848Gabriele Gallì

La più difficile gara di arrampicata in bicicletta nel mondo. Il concept prevede che un atleta, dopo aver selezionato il proprio segmento, scali una distanza tale da raggiungere gli 8,848m di altezza in salita. La stessa pendenza del Monte Everest, per intenderci. Il tutto in 22 ore massimo. In una sola volta e sulla stessa strada. Una sfida fisica e mentale che richiede allenamento, determinazione, resistenza e perseveranza. “Volevo vedere fino a che punto potevo spingermi. Da sempre mi ha affascinato trovare il limite del mio corpo. Una volta ho addirittura provato a digiunare per capire fino a che punto resistevo. Le gare da podio rappresentano una lotta contro altri, io preferisco quelle contro me stesso. Quando ho tagliato il traguardo è stata un’emozione assurda. Avevo così tanta adrenalina in corpo che ho continuato a correre per altri chilometri”. Con i compagni di avventura al seguito che, però, gridavano pietà.

PRONTI, PARTENZA, VIA

Alla base del monte più celebre di Palermo c’è una piccola folla che freme. Tra loro, amici, parenti, stampa e incaricati di monitorare le condizioni di Gabriele. Si, perché in una gara del genere i rischi sono tanti, tra crolli fisici e imprevisti che riserva la natura, meglio essere prudenti. “Si può cadere stremati dalla bici -mi spiega un amico di Gabriele- ma quando succede Gallì si rialza e si rimette a pedalare. Tranquillo”. Inoltre un’app ha monitorato il corridore che, in caso di necessità e con un semplice click, può richiedere aiuto. “Mi è pesato più dello sforzo la partecipazione della gente. Temevo di sembrare uno sborone”

GABRIELE PRE-GARA…

In via Pietro Bonanno c’è fermento. Gabriele risponde a stento alle mie domande e intanto guarda l’orizzonte, è la strada che dovrà percorrere per entrare nella storia. Ho capito subito che la sua testa è altrove, lui pensa alla gara. “In questo momento l’emozione mi assale. Ho dovuto faticare per arrivare fino a questo punto e sarebbe tremendo buttare tutto all’aria”. In effetti Gabriele è obbligato a concludere la prova entro un tempo limite ben preciso. E deve anche comunicare l’orario di inizio della corsa così che il record possa essere tenuto sott’occhio anche dalla commissione mondiale. “Nulla è lasciato al caso”.

…E POST

Finita la gara, passati un po di giorni e sceso finalmente dalla bicicletta, Gabriele diventa un’altra persona. Il viso è sorridente e lo sguardo deciso. “Durante la gara, non riuscivo a pensare ad altro se non a completare il percorso”. In faccia, il segno di un sorriso che muta in felicità una volta che il ciclista ha compreso l’importanza della sua prodezza. “Un momento unico, tutto è andato nel migliore dei modi”. Pochi minuti di riflessione, poi si pensa al futuro. “Adesso tornerò al nuoto e qualche strana impresa legata ad esso. Come fare il perimetro della Sicilia, ma è un’idea di un amico e non voglio rubargli la gloria”.

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“Chiunque può migliorare. Chi mi sta accanto durante le gare, ad esempio, oltrepassa i propri ostacoli. Che siano piccoli o enormi. Mi guardano mentre compio fatiche immani e sono stimolati. Questo è lo sport che amo, gente che si diverte e impara. Cosa cambierei di quella giornata? Assolutamente niente”.

PLAYLIST: Paul Engemann – Push it to the Limit