Si dice durante la cerimonia nuziale “finché morte non vi separi”: ma spesso è la vita stessa che ci cambia con i suoi ritmi infernali, che ci apre gli occhi quando ormai è troppo tardi, che ci mette davanti a bivi, a nuove emozioni, passioni, sentimenti. E allora a separare ciò che Dio ha unito, dopo anni di guerre e di carte bollate, ci pensa un giudice, spesso con conseguenze disastrose per le coppie e per i figli, che diventano vittime innocenti di due punti di riferimento che si sono dichiarati apertamente guerra.

PER EVITARE DI FARSI MALE

Posto che ogni situazione è a sè e che è impossibile porre delle regole generali, con l’aiuto del noto avvocato civilista, esperto di separazioni e divorzi, Emanuele Amoroso, abbiamo raccolto dei consigli per quelle coppie che hanno deciso di separarsi, per evitare, per l’appunto, di farsi la guerra, di soffrire più del dovuto e di far soffrire i propri figli.

NIENTE TRAUMI

Esistono due tipi di separazione: quella consensuale e quella giudiziale. Il consiglio principale è quello di raggiungere un accordo con il coniuge e dunque procedere ad una separazione consensuale, sia perché tale forma di separazione è meno traumatica per i figli, sia perché, oltre ad essere meno dispendiosa, i tempi di definizione sono decisamente più rapidi.

TUTTI D’ACCORDO

La separazione consensuale, come la stessa parola suggerisce, si caratterizza per il fatto che i coniugi stabiliscono di comune accordo le condizioni che regolamenteranno i loro rapporti futuri. Non solo economici.

SUB JUDICE

Se mettersi d’accordo è impossibile non rimane che la separazione giudiziale. In tal caso sarà il giudice a dettare le condizioni che regolamenteranno i rapporti tra i coniugi, sulla base delle opposte richieste formulate dagli stessi. E spesso sono dolori per tutti.

REGOLE

Bisogna sapere che in caso di separazione consensuale gli aspetti principali da regolamentare sono:

1. Assegnazione della casa coniugale: in presenza di figli minori essa verrà assegnata sempre al coniuge (la madre) con cui essi minori sono conviventi: si tratta di un provvedimento dettato a favore della prole al fine della conservazione dell’habitat domestico, così da non modificare le abitudini dei figli; non ha natura assistenziale e dunque non è provvedimento a tutela del coniuge più debole;

2. Mantenimento del coniuge e dei figli: fermo restando l’obbligo di entrambi i coniugi di concorrere al mantenimento dei figli, in misura proporzionale al proprio reddito, nella separazione consensuale i coniugi sono liberi di determinare la misura del mantenimento che l’uno dovrà corrispondere all’altro coniuge più debole, il quale potrà anche rinunciarvi; mentre per quanto riguarda il mantenimento dei figli i coniugi dovranno rispettare l’importo minimo stabilito dal Tribunale che in genere per il nostro di Palermo si aggira intorno ai 150/200 euro a figlio;

3. Regime di affidamento dei figli e diritto di visita: il nostro ordinamento predilige il regime di affidamento condiviso che attribuisce ad entrambi i genitori l’esercizio della responsabilità genitoriale in regime di comune accordo; quanto al diritto di visita, i coniugi stabiliranno di comune accordo i tempi e i modi in cui il genitore non convivente con il figlio minore potrà e dovrà incontrare, tenendo con sé, il figlio;

4. In sede di separazione le parti potranno anche concordare le modalità di assegnazione delle autovetture in comunione di beni assegnando al coniuge l’autovettura di cui faccia normalmente uso; allo stesso modo potranno concordare la vendita a terzi di un bene immobile in comunione stabilendo la misura in cui verrà ripartito tra essi il ricavato della vendita.

A ME NON SUCCEDE

E’ chiaro che chi va all’altare difficilmente pensa che prima o poi dovrà separarsi, ma non diamo per scontato che il fallimento di un matrimonio non potrà mai riguardarci. In primo luogo perché non siamo nella mente del nostro coniuge e quindi non possiamo essere certi che la pensi come noi, inoltre, come detto prima, durante la nostra esistenza ci sono delle situazioni che possono modificare le nostre convinzioni, anche quelle di cui ci sentiamo estremamente sicuri. E poi c’è il tempo, che ci trasforma, dentro e fuori: e può succedere che la passione si affievolisca o che il sesso non sia più quel gioco eccitante e divertente dei primi anni di matrimonio.

SEPARAZIONE DEI BENI

Detto questo, è meglio fare una scelta preventiva e all’atto del matrimonio scegliere il regime di separazione dei beni.
In tal modo i coniugi conserveranno la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio; diversamente tali beni rimarranno assoggettati al regime di comunione legale ed apparterranno ad entrambi.

TUTTO PUO’ FINIRE, MA…

Dopo aver parlato del lato prettamente materiale legato alla separazioneseparazione, restano da esaminare gli sconvolgimenti umani e psicologici che una decisione del genere comporta, nei coniugi e nei figli. È chiaro che non possono esistere regole valide per tutti, ma è fondamentale comprendere che una storia può finire e che non si può costringere il proprio coniuge ad amarci per forza. Faremmo del male al nostro compagno, ma faremmo del male soprattutto a noi stessi, che avremmo accanto qualcuno che sta con noi solo per non farci soffrire o perché glielo stiamo imponendo noi; senza passione, senza amore. E se ci sono figli, faremmo soffrire pure loro.

NON LO FACCIO PER LORO

Perché è sbagliata la regola non mi separo per non fare soffrire i bambini. È stando uniti senza amore, fingendo, talvolta senza rispettarsi, che si fa male, molto male, ai propri figli. Dapprima non accetteranno la separazione, ma poi, con la maturità, capiranno che è stato meglio così, anche per loro stessi.

TERAPIA DI COPPIA

È anche vero però che oggi ci si separa facilmente, spesso alle prime difficoltà: prima di consultare un avvocato bisognerebbe stabilire cosa non ci piace del rapporto con il nostro coniuge, magari provando a rivolgerci ad un terapista, che possa aiutare la coppia a risolvere problemi che a primo acchito sembrerebbero insormontabili.

L’IMPORTANZA DEL DIALOGO

E se anche questo tentativo è andato a vuoto non resta che mettere in pratica la regola principale, la più antica: parlare, parlare e parlare, dirsi tutto e trovare una soluzione a tutto. Non sarà semplice, soprattutto perché se si è arrivati a questo punto qualcosa nel rapporto non va. Ma bisogna provarci, accettando anche il fatto che possa essere finita. Perché una storia d’amore, anche se è alla frutta, merita rispetto e maturità. Sarà un paragrafo della vita che si chiude e una nuova pagina bianca aperta, per continuare a scrivere un nuovo capitolo. Magari migliore del precedente.

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