Quei cuori nomadi di Bruna e Thomas sono dei folli di catena. Davvero, hanno trent’anni ma non hanno capito nulla della vita – immaturi e choosy che non sono altro. Avevano un lavoro sicuro, una casa e una relazione stabile, poi nel 2017 ha gettato tutto alle ortiche. E per cosa? Per viaggiare, ma per cortesia.

FUGA DALLA REALTA’

“Abbiamo lasciato i nostri lavori, la nostra casa, abbiamo venduto tutto e abbiamo iniziato a viaggiare – raccontano mentre li ascolto con sdegno – I primi cinque sei mesi abbiamo girato l’Italia e non avevamo nessuna intenzione di andare all’estero, lavoravamo nelle fattorie in cambio di vitto e alloggio, esperienze meravigliose fra Toscana, Sardegna e Liguria che sono le nostre regioni preferite”, pensate che dispiacere avranno fatto prendere alle loro famiglie. Li manderei a zappare se solo non l’avessero già fatto. Ma poi a perdere la testa, a farsi contagiare da questa smania del giramondo, è stato anche il padre di Thomas.

Cuori nomadi 1
Prima e dopo

IL BIGLIETTO PER IL GIAPPONE

“Ci ha regalato un biglietto per il Giappone, doveva essere una vacanza di due settimane, ma non siamo più tornati”, povero padre. Però, pure lui, doveva capirlo che bastava una tirata e sarebbe stato subito un vizio: viaggiare: “Le nostre menti si sono aperte – certo, questo è l’effetto allucinogeno – e non ci siamo più fermati fra Giappone, Thailandia, Laos, Vietnam, Cambogia, Malesia, Singapore e da lì siamo volati in Nepal e dal Nepal siamo entrati via terra in India”.

LA CONVIVENZA ZAINO IN SPALLA

E adesso sono proprio lì, ostaggi di un sogno, voglia di tornare zero rischiando anche di compromettere la loro relazione perché si sa, la convivenza non è semplice: “Non è facile, nella vita normale ognuno ha i suoi problemi, ci si divide con il lavoro e si sta insieme qualche ora. Qui, in viaggio, non esiste. Tutto è condiviso ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Quando trovi il tuo equilibrio però diventa semplice, ormai viviamo in simbiosi, ci leggiamo nel pensiero, viviamo tutto allo stesso modo ed è normale dopo aver visto le stesse cose, aver vissuto le stesse esperienze”.

 

IL NEPAL E LA SPIRITUALITA’

Mamma mia, posti pericolosi, posti dove mangiano i cani: “Il posto più bello è stato il Nepal che ci ha aperto il cuore, arrivavamo da due mesi e mezzo tra Malesia e Singapore dove è tutto molto facile, spostarsi è facile, tutto molto pulito, pure la Malesia (per i canoni asiatici) e il Nepal ci ha sconvolto, è tutto il contrario e quando abbiamo imparato a lasciarci andare, ci ha travolto con la sua spiritualità, con la sua tranquillità, con il sorriso delle persone”.

Un aneddoto, ascolta l’audio.

Bruna e Thomas hanno anche un blog che si chiama Cuori nomadi, clicca qui per altri aneddoti.

GLI INSEGNAMENTI

Ho capito, però, gli attentati, le malattie, le calamità naturali, ma perché non ve ne stavate a casa, dico io, e lasciavate la mamma tranquilla? “Il viaggio ci ha insegnato a non avere paura e ne avevamo tanta prima di partire, ci aspettavamo più pericoli, più problemi. Lasciare correre, è questa la cosa più importante. Io programmavo tutto prima di questo viaggio – racconta Bruna – all’inizio se non avevo programmato dove dormire nei prossimi sette giorni andavo in panico, adesso è esattamente il contrario. Lasciamo correre perché riusciamo a cogliere quello che arriva spontaneamente, te lo godi di più. In caso contrario vedi solo quello che vuoi fare, dove vuoi arrivare. Il viaggio è fuori da te, ti sta donando qualcosa, accoglilo”.Cuori nomadi 2

LE COSE INUTILI DI OGNI GIORNO

E va beh, ora parlano pure con il viaggio. Sono fuori e io ho i miei problemi, devo portare fuori il cane e non ho tempo di ascoltarli: “Quante cose inutili. Dove parcheggiare l’auto, a che ora punto la sveglia domani, la lista della spesa. Troppe cose senza importanza, la mente si concentra solo su queste, non vediamo altro e neanche noi stessi, non c’è il tempo, non ci godiamo neanche i momenti liberi perché sappiamo che sono attimi contati”. Ma ragazzi buoni, ma che ci fate dall’altro lato del mondo, tornate su, fatelo per me: “Questo viaggio ci ha stravolto, viaggiare ti fa capire che non sei solo tu, non c’è solo la tua città, la tua regione o il tuo stato, c’è un mondo fuori che ha problemi differenti e culture differenti e finché non le vedi di persona non te ne puoi rendere conto”.

BABY ON BOARD

Dobbiamo fermarli, sono pericolosi, sono trasgressivi. Questi un giorno faranno pure dei figli che magari vorranno pure viaggiare: “L’insegnamento più grande da dare ai nostri figli sarà quello di sorridere, pensare meno alle cose materiali e sorridere. Mi mancherà sorridere qua alle persone in India. Qui siamo liberi di sorridere a chiunque, un sorriso genuino. Ci piacerebbe insegnare ai nostri figli a sorridere di quello che si ha, qualsiasi cosa si ha”. No, non è possibile. Devo terminare quest’intervista, devo fare censura. E ora basta, sovversivi che non siete altro che alle nove devo timbrare il cartellino io che sono in carriera, che devo campare la famiglia, che inseguo la pensione, la crociera una settimana nel Mediterraneo, che stasera c’è Ballando con le Stelle su Rai 1. Che sono felice, sopravvivo, mica come voi che siete folli di catena e tristi.

Adesso leggi cosa si impara da un anno senza Italia.

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