Il padel, nuova disciplina sportiva nata negli anni ’60 in Messico, precisamente ad Acapulco, sta spopolando in Europa e anche in Sicilia. Aumentano a dismisura gli sportivi che si appassionano a questo nuovo sport simile al tennis, prova ne è l’incremento massiccio di nuovi campi da gioco. Una vera e propria moda, che sta coinvolgendo sempre più appassionati, come ex calciatori, volti noti e tanta gente comune. E’ padelmania, a tal punto che a Roma, nei mesi scorsi, è nata la prima accademia nazionale di padel, destinata alla competizione agonistica , alla formazione, alla cultura, al tempo libero e al divertimento. Una delle allenatrici dell’accademia capitolina è Paula Eyheraguibel, 8 volte campionessa del mondo con la nazionale spagnola.

IL PADEL A PALERMO

Il padel spopola anche Palermo, dove stanno nascendo tantissime strutture in cui poter giocare. Chi ha investito su questa nuova tendenza sportiva è l’ex capo della redazione del Tele Giornale di Sicilia Angelo Morello che, spinto dal figlio Guido, ha inaugurato una struttura con diversi campi da padel in viale del Fante. Morello è maggiormente noto per le vicende legate al Palermo calcio, ma negli “ambienti della racchetta” è conosciuto per la sua grande passione per il tennis, che lo ha portato a giocare ad ottimi livelli. Nonostante abbia superato da poco i 60 anni, Morello sui campi rossi si difende ancora, ma ultimamente si è convertito al padel, come lui stesso ci spiega:

Angelo Morello - Padel
Angelo Morello – Padel

“Mio figlio è stato colto dal virus ed io l’ho assecondato – spiega alla nostra redazione -. Dopo essere andato in pensione volevo occuparmi di qualcosa che mi facesse tornare ragazzino. E il padel è lo sport perfetto perché nessuno è escluso. Con alcuni amici di infanzia abbiamo pensato di investire su questo gioco e i fatti ci stanno dando ragione. Ci divertiamo e facciamo divertire tanto gli altri. Il Padel non è uno sport che presuppone impegno fisico e mentale – continua – ma un gioco divertente e intrigante, possibile per tutti . Le regole e l’impostazione della partita sono uguali a quelle del tennis, la tecnica, invece, in alcune dinamiche, è addirittura opposta. Un giocatore di tennis non per forza sarà bravo a Padel, di certo è avvantaggiato, soprattutto se ha una buona manualità nel governo della racchetta o padella che sia. Ma deve impegnarsi a capire in tempi rapidi la gestione dei vetri, da lì dipende la crescita dal punto di vista agonistico”.

UNO SPORT SOCIAL

Uno dei segreti del successo di questo sport è il suo essere “social”: si gioca in quattro, in campetti piuttosto piccoli, delimitati da pareti di vetro. Questo essere vicini, in un ambiente protetto dai rumori esterni e in cui è possibile sentirsi l’uno con l’altro per via di un’acustica ottimale, fa sì che durante il gioco si parli molto. Con un ulteriore vantaggio, il padel non richiede particolari tecniche, chi non riesce a colpire la pallina al primo colpo ha una seconda possibilità, sfruttare il rimbalzo del vetro, che è parte integrante del campo. In questo modo anche chi non ha una particolare agilità, può avere il tempo di colpire comodamente la pallina. Il padel sta diventando un fenomeno di inclusione sociale a tutti i livelli. Sono tanti i gruppi sui social in cui si cercano giocatori per formare “quartetti” e chi ha pochi amici ha l’occasione per conoscere gente.

NON SOLO PER NORMODOTATI

Uno sport accessibile a chiunque, sia esso un giocatore normodotato o portatore di handicap. Il padel, infatti, può essere giocato in carrozzina, con un numero sempre maggiore di sportivi che, anche senza l’uso delle gambe, si sta affermando in questo sport, anche a livello agonistico.

UN GIOCO NATO PER ERRORE

Eppure nasce da un errore, come quasi tutte le grandi invenzioni. Negli anni sessanta, in Messico, un facoltoso cittadino, Enrique Corcuera, voleva costruire un campo da tennis nel terreno di casa sua. Lo spazio a disposizione era piccolo e delimitato da muri in pietra. Corcuera decise di farlo costruire ugualmente, ma presto si rese conto che in quello spazio era davvero complicato giocare a tennis. Definì quindi nuove regole e chiamò il nuovo gioco “paddle tennis”, prendendo spunto per il nome dalla sua racchetta che aveva la forma di un piccolo remo (paddle, pagaia). Nacque così il padel o paddle, che deve la sua grande visibilità al Principe Alfonso de Hohenlohe, che dopo aver visto il campo del suo amico Corcuera, se ne innamorò a tal punto da farne costruire altri simili in Spagna al Marbella club, luogo frequentato da tanti turisti internazionali.

TENNIS? MEGLIO IL PADEL

In molti, tra cui anche Angelo Morello, hanno deciso di abbandonare il tennis e passare a questa nuova disciplina: “Il tennis – chiosa il giornalista – praticamente appartiene già al passato, il padel è molto più divertente”. E sull’attività avviata col figlio: “Intanto penso a divertirmi, se sarà anche un business lo vedremo fra qualche anno”.