Abbronzarsi al sole cocente, con litri di creme solari e oli spalmati sulla pelle per poi fare un bagno nel mare limpido e reidratare ogni centimetro del nostro corpo: è questo lo “sport” preferito dell’estate. Dolce far niente, sdraiati sulla sabbia, sorseggiando bibite e ascoltando musica. C’è anche chi preferisce farlo nudo, per come mamma lo ha fatto. Ma andiamo per gradi.

IL BIKINI

Sono lontani gli anni in cui il bikini faceva scandalo in Italia e nel mondo. Nel dopoguerra era proibito in tutte le spiagge italiane. Nel 1949 sull’Osservatore Romano fu paragonato ai quattro cavalieri dell’apocalisse e qualche anno dopo i comunisti lo definirono decadenza capitalista. Per non parlare delle femministe: per loro era una porcata chauvinista. Le ragazze serie non lo indossavano ma invidiavano chi poteva farlo. Solo alla fine degli anni ’50 il bikini fu finalmente legittimato e Ursula Andress col suo bikini bianco e Raquel Welch nel costumino di pelle e pelliccia
diventarono icone da copiare.

TOPLESS

Poi venne il tempo del topless. A Palermo il tempio del monokini era l’hotel Zagarella dei fratelli Salvo. Lì era possibile ammirare splendide svedesi con i seni al sole. Quei palermitani che potevano permettersi un soggiorno in quel lussuoso complesso alberghiero, pagavano profumatamente pur di poter vedere con i propri occhi quella novità. Naturalmente era obbligatoria la massima discrezione e un paio di occhiali da sole coi vetri scurissimi. A parte che nei villaggi turistici e nei complessi alberghieri di lusso, il topless in Sicilia non ha mai attecchito come, per esempio, nelle coste dell’adriatico. Raramente nelle spiagge siciliane, a tutt’oggi, si vedono donne senza il pezzo di sopra. E quando accade sembra di rivedere il palermitano davanti ad un buffet di dolci. In buona sostanza “nni facemu schifiari”.

IL TANGA

Se il seno femminile scoperto in spiaggia provoca giri di testa al bagnante palermitano, non è da meno il lato b. Con la nascita di nuovi costumi scosciati si è incrementato a dismisura il mercato degli occhiali da sole in città. Ci sono panormitani che rischiano strabismo o distacchi di retina per non farsi scoprire da mogli e fidanzate al passaggio di certe donzelle.

NATURISTI

Il passaggio successivo non poteva non essere il nudo integrale. «Il naturismo è un modo di vivere in armonia con la natura, le cui attività non sono direttamente indirizzate al profitto. È caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, il rispetto degli altri e il rispetto dell’ambiente.» Questo dice l’articolo 1, nella sezione “Finalità” dello Statuto della Federazione naturista internazionale, approvato dal Congresso nel novembre 2016. Quindi non esibizionismo, ma rispetto per gli altri. Nudo sei se gli altri ti vedono nudo, altrimenti sei solo uno che vuole essere libero e divenire un tutt’uno con la natura. Un principio difficile da comprendere da chi preferisce rimanere coperto dentro ai propri vestiti, nel nome della decenza e del pudore.

SPIAGGE AD HOC

Proprio per questo motivo i nudisti, o meglio naturisti, sono ancora relegati in spiagge nascoste. Stare nudi si può, ma dipende da dove ci si spoglia. Se lo si fa al cinema, al teatro o in una strada cittadina, il minimo che può avvenire è che ci mettano la camicia di forza; ma in certi contesti non è reato. E’ stato stimato che in Italia sono circa 500 mila i praticanti del nudismo. Non osiamo immaginare quanti sarebbero se non ci fossero freni inibitori, tabù o paure di essere visti. Sono già tante le spiagge in cui è possibile stare sdraiati per come madre natura ci ha fatti. Per chi volesse provare questo tipo di esperienza può farlo in Sicilia, dove ci sono ben 7 arenili (vi rimandiamo a questo articolo per vedere una mappa completa), ma uno solo autorizzato.

MAPPA PER NUDISTI

Chi invece non volesse correre il rischio di incontrare amici e parenti, può scegliere altre località lontane dalla Sicilia. Sul versante ligure è possibile spogliarsi liberamente a Chiavari, Tellaro e Guvano; a Trieste c’è la costa dei barbari, selvaggia e tranquilla; la Toscana ha il maggior numero di spiagge per nudisti autorizzati: a Livorno il nido dell’aquila, la punta del miglio e punta combara, sull’isola d’Elba chi ama la tintarella integrale può sdraiarsi sull’arenile di Acquarilli; nel Lazio spazi per nudisti ad Ostia, a Capocotta e a Focene, e tra Sperlonga e Gaeta la spiaggia dell’arenauta; nelle Marche spazio al naturismo a Porto D’Ascoli, a Marina di Altidona, a Fiorenzuola di Focara e a Gabicce mare; a Torino di Sangro, in provincia di Chieti, la spiaggia autorizzata Le Morge; scendendo al Sud, in campania, c’è Via Krupp a Capri, mentre a Salerno la spiaggia del Troncone.

PLAYLIST: Nudi nudi – Eduardo De Crescenzo