La mia macchina stanotte ha dormito qui, in via Cagliari, a circa 5 chilometri da casuccia sua. Il suo incauto proprietario – cioè io – l’ha parcheggiata in quella che alle 17,30 sembrava una straordinaria opportunità, a pochi metri dal Teatro Santa Cecilia, meta di una serata culturale post natalizia. Un parcheggio da sogno, costato il prezzo del pass della ztl. Ma vuoi mettere avere risolto il problema del posteggio a prima botta?

DAL SOGNO ALL’INCUBO

Alle ore 23 quel sogno è diventato un incubo, nel suo piccolo. Vettura bloccata da Lancia Ypsilon accuratamente parcheggiata in seconda fila, ermeticamente chiusa, nessuna indicazione, chessò, sono in quel bar. Vallo a cercare questo figlio di una passeggiatrice di infimo livello in quella marea umana riversata per strada. Nei tre pub più vicini nessuno ne sapeva niente. Notizie niente, consigli tanti e tutti che portavano ad una conclusione: pigghiati l’autobus.

LA FACCIA SCONFORTANTE

Scopri così, in maniera involontaria, una delle facce sconfortanti della movida di Palermo. E cominci a ragionare sulla prossima ventura ztl e per un attimo ti senti pronto a dare ragione a Leoluca Orlando. Chiudere il centro storico alle macchine e impedire questo scempio. Che, badate bene, è fatto di automobili in seconda fila, ma anche di androni bloccati, da schiamazzi quasi fino all’alba, di illegalità di piccolo stampo che sfociano, come evidenzia la cronaca, in aggressioni, scippi, furti e mazziate.

IL LESTOFANTE

E pensi anche che quella notte sei stato fortunato perché se dopo mezz’ora si fosse presentato il lestofante della Ypsilon lo avresti lasciato steso per terra, con le conseguenze del caso. O ti avrebbe lasciato lui steso per terra, con le conseguenze del caso. Perché un altro aspetto di questa vicenda è che li guardi in faccia questi protagonisti della vita notturna del centro storico. E capisci che non ha senso parlare di movida. Chiamiamolo scanazzo, alla palermitana. Si tratta di una maggioranza di poco di buono, ineducati a qualsiasi forma di civile convivenza che non sia l’appartenenza ad un branco.

FIGLI SENZA SPERANZA

Li guardi in faccia e trovi la piena rappresentanza di quella Palermo periferica che niente ha avuto negli anni in cui la manhattan della città cresceva nei giorni belli delle sue primavere, durate appunto una sola stagione mentre nelle borgate era inverno pieno. Quella Palermo che ti fa odiare Palermo perché riproduce figli attraverso modelli d’esistenza senza speranza. Ancora oggi, anzi, oggi più di ieri perché la mancanza di denari – nelle tasche dei disgraziati e nelle casse pubbliche – fornisce alibi a supporto di qualsiasi nefandezza.

LA DICHIARAZIONE DI RESA

E non c’è bisogno di essere mafioso per essere un pericolo sociale, basta infestare le parti sane di una città che se ha una colpa grave è quella di aver fatto finta di non vedere. Per troppo tempo. Uh, che esagerazione, signore mio, può una macchina che cambia la fine di una serata provocare questa fiumana di pensieri? Certo che può. E c’è dell’altro. La ztl  notturna è la più clamorosa dichiarazione di resa. Vince l’illegale, verdetto inequivocabile. Di fronte all’impossibilità di creare argini e civiltà anche in quelle viuzze da una birra a un euro a boccale, si sceglie la maniera per rendere più difficile la fruizione dei luoghi.

VIGILI? ZERO

Quella sera di vigili neanche a parlarne, il centralino squilla a vuoto, pensare alla rimozione è utopia. E volanti della Polizia zero. E dire che di lavoro ce ne sarebbe stato e non certo per le macchine posteggiate in seconda fila. Ma l’impunità è la certezza assoluta che questi giovani hanno maturato giorno dopo giorno. E siamo pronti a sorbirci l’ennesima ipocrisia, quella ztl che finirà per ammazzare anche la parte sana del commercio del centro storico. Non ci riferiamo, ovviamente, a quella miriade di pub di 20 metri quadri con 6 posti a sedere ma che offrono, più o meno consapevolmente, le strade quali naturali prolungamenti dei loro locali.

COSA FECERO CARRARO E VELTRONI

Alla fine degli anni ’80 la stessa cosa avvenne a Roma nel famoso Bar della Pace, a pochi passi da piazza Navona. La gente bivaccava per strada, creando le stesse condizioni presenti oggi a Palermo. Sapete come si risolse la questione? Sospensione della licenza (e poi eventuale chiusura) ogni qual volta che il bar serviva consumazioni a chi non era ospitato all’interno dei locali. L’allora sindaco Franco Carraro si prese qualche malaparola, come il presidente della Circoscrizione che si chiamava Walter Veltroni. Fatto sta che in pochissimo tempo tutti si adeguarono a regole semplici ed efficaci.

LA BANDIERA DEI CORSARI

Ma quando la politica ha paura è la fine. La ztl è una dimostrazione di paura col suo bel travestimento. E l’incapacità di prendere il toro per le corna coinvolge chi ha veramente investito in attività imprenditoriali e garantisce posto di lavoro. E la massa informe di scanazzo troverà nuovi sbocchi, statene certi. Con la bandiera nera dei corsari issata sui pennoni delle loro auto pirata.

Playlist: – Francesco Salvi