Quel ragno mi ha salvato. Se l’artropode avesse scelto un altro posto per creare un’enorme ragnatela, io sarei stata travolta dal malumore e da un evidente senso di inadeguatezza. Invece l’animale ha deciso di creare un grande intreccio di fili su una scultura esposta in una mostra milanese e io sono riuscita a stare bene.

L’OUTFIT GIUSTO

Noi del Sud siamo rimasti come Totò e Peppino in visita nella capitale meneghina. Solo che non ci bardiamo come se stessimo partendo per una spedizione sull’Everest, per il semplice motivo che, per ragioni psicologiche ancora oscure, appena il calendario segna novembre indossiamo anche a Palermo, abbigliamento da gelo artico.

TOTO’ E PEPPINO

Mutatis mutandis però lo stupore di un terrone che arriva a Milano è lo stesso reso celebre dai due attori in quel meraviglioso film sulla malafemmena. Il primo choc è a Malpensa.

FERMATA PARADISO

In Sicilia il tram lo chiamano desiderio, non per ossequiare il famoso dramma, ma perché si brama la sua presenza, come quella di un qualsiasi mezzo pubblico che arrivi senza fare attendere almeno un’ora. Arrivi a Malpensa invece, prendi il trenino per la stazione centrale, arrivi e puoi scegliere fra autobus, metropolitana e tram per spostarti. Ogni opzione prevede puntualità, ordine e incredibile, gente che paga il biglietto. Insomma un altro mondo.

SANITA’ A DUE VELOCITA’

E l’efficienza dei mezzi pubblici non è il motivo più grande di meraviglia per chi è abituato a vivere a Palermo. La sanità è il più sconvolgente metro di paragone. Nel più famoso ospedale italiano ci sono tredici postazioni per pagare il ticket, una grandissima sala che accoglie i pazienti e capita di essere visitati con anticipo rispetto all’orario previsto dalla prenotazione. Nel più famoso ospedale palermitano, all’ufficio ticket ci sono due postazioni, ma una sola è funzionante perché l’altra è gestita da un amante del caffè. E guai a dirgli che non può passare il turno di lavoro davanti alla macchinetta, perché senza esitazione, risponde: “Picchi chi è? Sinni issi u’ Civico”. (perché cosa accade? Vada al Civico).

STATUE NELLA POLVERE

Palermo – Milano, andata e ritorno, per un terrone è faticoso. Troppo impari il confronto, viene il magone. Per fortuna qualcosa accade anche nella capitale della perfezione. Le sculture tanto pubblicizzate della mostra sull’esercito cinese di terracotta, alla fabbrica del vapore, hanno le ragnatele. Non le hanno spolverate, le hanno esposte così com’erano. Perché evidentemente anche qui dove regna l’ordine, uno dei due addetti avrà detto all’altro una versione meneghina del nostro “Talè futtitinni”.

 

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