L’esercito di Greta è un’espressione che non si può sentire. Fa parte di quel linguaggio che non si definisce denigratorio solo per carità di patria, ma che è sottilmente allusivo. A cosa? Al clima di battaglia tipico di idee nn condivise sino in fondo. Accettate per convenzione, ma non condivise.  Un esercito di ragazzi, a cui non si perdona – come del resto alla stessa Greta – quella robusta dose di ingenuità che però sorregge un entusiasmo che è utile sia canalizzato sulla questione ambientale.

I RAGAZZI IN VERDE

Anche a Palermo i ragazzi in verde sono scesi in piazza. E aldilà dell’incidente causato da disturbatori di professione in nero (il cui colore non è casuale), hanno dimostrato che forse è venuto il momento che anche in Italia, in Sicilia e a Palermo, le tematiche ambientali non siano esclusiva di circoli e circoletti e riciclati della politica d’un tempo passato.

PARTIRE DALLE SCUOLE

“E’ opportuno partire proprio dalle scuole – spiegano i volontari di Legambiente Palermo – perché la cultura ambientalista si costruisce con una corretta informazione. E la scuola deve avere un ruolo centrale perché le buone prassi e i comportamenti virtuosi devono essere insegnati e possono costituire patrimonio didattico fondamentale. Vedere tanti ragazzi in piazza che sventolano la sola bandiera della tutela ambientale è un motivo di orgoglio e di speranza”.

LO SCIOPERO VERDE

E poi ci sono loro, i ragazzi che partecipano con un entusiasmo mai visto in occasioni del genere. Il loro sciopero verde ha un carattere di novità che è opportuno non venga disperso. Per loro Greta è una bandiera. “E’ così – spiega Pasquale, uno studente dell’Istituto Artistico – Greta la sentiamo vicina, è una di noi. E non solo perché appartiene alla stessa generazione. Le sue preoccupazioni sono le nostre, le sue speranze sono le nostre, i suoi obiettivi sono i nostri. Dobbiamo essere in prima linea per tutelare il nostro futuro”.

HANNO PAURA DI GRETA

E la difesa d’ufficio della loro bandiera è accorata. “La prende in giro chi la teme. Hanno paura di Greta come di noi. Hanno paura che il suo esempio sia contagioso e la presenza di tanti ragazzi nelle piazze italiane è la conferma che questi timori sono più che giustificati. Ciò che non è più giustificabile è ignorare il pericolo a cui stiamo andando incontro. Non si parla del futuro di una generazione, ma del futuro del pianeta“.

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