Tutte le cose che non mi piacciono della vicenda di Franco Battiato. E sono tante. A cominciare proprio dall’ultima, perché se un uomo di grande notorietà come Battiato non dà direttamente notizie di sè e della sua perdurante malattia è perché non vuole o è impossibilitato a farlo.

LA CURA SOTTO CASA

Andare sotto casa sua a cantargli La Cura, come ha fatto un gruppo di suoi fan, sembra apparentemente un atto d’affetto, ma in realtà è la più palese e ostentata violazione di privacy. Pestifero l’effetto: ricordare al mondo intero che di Battiato non si hanno notizie che non siano filtrate da quasi 2 anni. Senza considerare che questa cosa che somiglia molto ad una veglia funebre (autorizzato ogni sistema di scongiuri) è la versione aggiornata del flash mob. Una plateale messinscena in cui ciò che conta veramente è poter dire io c’ero. Guardate il video su Leggo.it. E le facce dei convenuti.

IL POST DA CUI TUTTO PARTI’

In quanto a mancanza di buon gusto fa il paio con il post su facebook dell’agosto 2018 di Roberto Ferri da cui fu montato il caso. Scrivere sul social più famoso del mondo “Ode all’amico che fu e che non mi riconosce più” fu molto più che uno scivolone. Specie se da qualche mese si rincorrevano le voci sullo stato precario di salute del cantante siciliano.

L’AUTOGOL DI ALICE

Il coro di smentite e di risentiti rimbrotti fu allora guidato da Alice, una delle interpreti preferite da Battiato (che scrisse per lei Per Elisa, vincitrice del Festival di Sanremo del 1981). Ma invece di appellarsi al diritto alla privacy, Alice accusò i giornali di non aver verificato la notizia. Autogol alla Niccolai. Perché da allora, le condizioni di Battiato sono diventate notizia, secondo il più classico degli schemi.

PUBBLICO GUARDONE

E il silenzio che è seguito dopo quell’episodio è durato sino ad oggi, nonostante non si abbiano notizie confortanti, nè tanto meno dichiarazioni di Battiato. La bella trovata del coro ha risvegliato la curiosità pruriginosa del pubblico guardone. E potete scommettere che in rete l’argomento diventerà virale tanto quanto l’esibizione di quel gruppetto di pseudo fan.

MEGLIO LA VERITA’

Discutibile, a questo punto, anche il comportamento della famiglia. Minimizzare è poco credibile, tanto vale dire la verità e fare uscire Franco Battiato dalla fastidiosa luce dei riflettori. Chiedendo rispetto, per l’uomo e per l’artista. Come ha fatto la famiglia di Michael Schumacher, centrando l’obiettivo della riservatezza.

IL DISCO INOPPORTUNO

E vogliamo parlare del tempismo dei discografici? Annunciare la prossima uscita di una raccolta con un solo brano non registrato in precedenza, si sono chiesti quale effetto possa produrre? Non ci sarà più musica inedita di Battiato, questo è il senso. Un’altra mazurka di periferia ballata sullo stomaco di un uomo indifeso e forse anche mal gestito.

LE GROUPIES DI UN TEMPO

Un tempo il fanatismo delle groupies aveva naturale epilogo nelle stanze d’albergo di Mick Jagger o Jim Morrison. E la virilità del rocker era come un feticcio da collezionare. Oggi ci si limita ad un banale souvenir, ad una palla di neve con l’immagine di Milo. E a rompere i cabbasisi ad un uomo che ha scelto di vivere con riservatezza questa sua parentesi di vita. Che tutti noi speriamo non sia l’ultima, anche se non gli andiamo sotto casa a fare i coretti.

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