Io personalmente lo chiamo Michelangelo e in tanti fanno la stessa cosa. Per altri, invece, il nome è diverso. Poco importa, probabilmente nessuno scoprirà la verità. Una cosa è certa: chiunque abbia trascorso una giornata di mare a Mondello sa che stiamo parlando del famoso e pittoresco clochard educato che incanta tutti con un sorriso. Ormai è la mascotte del borgo marinaro.

IL SENZATETTO GENTILE

Occhi dolci ed espressivi, folta barba e lunghi baffi che gli sovrastano il viso ricoperto di rughe. E’ magro, ma alto e con un portamento d’eccellenza. Mio papà ne è sempre stato affascinato, come tutti del resto. Quando da piccolo mi avvicinavo a questo lungo uomo piratesco, a volte, gli scappava un sorriso che per me valeva quanto un giorno di festa. Tornavo nel bar e scuotendo la manica gridavo: “Papà, papà, mi ha sorriso! Ma chi è questo signore?”.

COSI’ E’ SE VI PARE

Di Michelangelo, in realtà, non si sa molto. Anche chiedendo in giro le opinioni sono disparate e quasi sempre appartengono alla poco oggettiva sfera delle impressioni personali. E lui? Lui non racconta nulla. In verità neanche parla, o meglio, discute e anche tanto, spesso con se stesso, in una lingua sconosciuta ai siciliani (e forse anche agli altri). Personalmente ho sempre ritenuto fosse slava. Una volta gli chiesi il suo vero nome, prese un tovagliolo e scrisse qualcosa, poi me lo consegnò. Purtroppo era uno scarabocchio.

AMICO DI TUTTIMichelangelo

Non gli manca niente. E come potrebbe? Gli abitanti della frazione palermitana provvedono a fargli avere il necessario, dai tagli di capelli agli indumenti invernali. Cibo e qualche piccolo spot al coperto per consentirgli un sonno sereno. Non vuole di più. Ah, ovviamente sigarette e birre. E’ pur sempre umano. Lo si vedeva anche all’ex Centro Scommesse. No, non ha il vizio del gioco, era un modo per stare in compagnia, magari pronunciando un paio di frasi sconosciute allo sportello mentre disegnava con una penna soggetti incomprensibili.

ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR

C’è chi lo nota mentre gira tra Valdesi, Partanna e Mondello, tra spiagge, piazze e strade. C’è chi addirittura dice di averlo visto in pieno centro, ipotizzando una lunga camminata a piedi. Circa 10 chilometri. Mica male. Io, però, lo incontravo (e lo incontro tutt’ora) sempre al bar. In pratica facevamo colazione insieme, certo un po’ diversa: io cornetto e caffè, lui caffè e birra, rigorosamente offerti chiaramente. Poi la sigaretta seduto al tavolo (ma quella è per sgrassare) perdendosi in infiniti discorsi con se stesso.

QUELLA VOLTA CON PAPA’

Mio padre ha sempre sospettato che il buon clochard comprendesse più cose del mondo che lo circonda di quanto si immagina. Non è uno sprovveduto e per capirlo basta osservare la luce nei suoi occhi che manifestare spiccata intelligenza. Quella volta, ad esempio, papà stava prendendo il caffè, Micky, invece, era già all’aperitivo. Finito il cocktail di orzo e luppolo si avvicinò e fece il gesto con le due dita della mano di chi vuole offerta una sigaretta. “Non fumo” rispose il mio vecchio. E Michelangelo cominciò la sua sequela di frasi incomprensibili, mio padre gli offrì un’altra birra e continuò. “Comunque, caro amico mio. Lo so che tu capisci tutto -allungando la birra-“. Lui sorrise in maniera strana. Si tramutò in viso proprio un secondo. Un attimo di esplosiva lucidità”. Non so se abbia compreso il messaggio, e sinceramente neanche mi interessa. Il personaggio è stupendo così.

PLAYLIST: Everybody’s Talking – Harry Nilsson