Ci sono posti nel mondo che non hanno nulla da invidiare a quell’eden post mortem che noi tutti abbiamo sempre immaginato. Uno di questi lo abbiamo qui in Sicilia. Nei pressi di Motta Camastra, a due passi da quell’altra meraviglia che è Taormina, ha il suo letto il fiume Alcantara.

ACCENTI

L’accento di Alcàntara è sdrucciolo, ovvero va posto sulla terzultima sillaba. In molti lo chiamano Alcantàra, ma è un errore grossolano. La stessa storia di Belìce, che è diventato per tutti Bèlice dai tempi di quel terremoto catastrofico del 1968 che distrusse il paese e provocò la morte di centinaia di persone. In quei giorni tutti i tg nazionali riportarono le tristi cronache, trasformando una parola piana in sdrucciola. Oggi perfino gli abitanti del luogo si sono abituati alla nuova pronuncia.

ACQUA GHIACCIATA

Chiarito questo aspetto lessicale, torniamo al paesaggio: giardini e agrumeti sovrastano il fiume che nel suo tragitto si alcantaraincunea tra grotte e alte pareti di basalto, modellate dall’acqua ghiacciata che vi scorre da secoli. La temperatura dell’acqua è fattore da non trascurare, perché particolarmente gradita alle turiste. Non tutti lo sanno, ma quel liquido, che ha un grado vicino allo zero, tonifica. Un toccasana per i gonfiori alle gambe e per la cellulite. Una volta immersi i piedi, la sensazione è di paralisi per blocco circolatorio degli arti inferiori. Ma basta poco per abituarsi, dopodiché il piacere che si prova è notevole, soprattutto fuori dall’acqua. Un benessere rigenerante.

OCCHIO ALLE CONGESTIONI

Naturalmente è altamente sconsigliata l’immersione dall’ombelico in su dopo aver mangiato. Perché, nonostante ultimamente vada di moda la convinzione che la congestione sia un’invenzione delle nostre mamme per non farci fare il bagno, la differenza di temperatura tra fuori e dentro, specialmente in estati torride come questa, è davvero notevole. L’ingresso in acque così fredde porta un’importante quantità di sangue a defluire dallo stomaco alla periferia del nostro corpo, per compensare allo squilibrio termico. Ciò può provocare una forte indigestione, la alcantarafamosa e ormai leggendaria “congestione”, che di per se non porta alla morte che, a mare, avviene per annegamento. Difficile che ciò avvenga alle Gole dell’Alcantara dove l’acqua è molto bassa. Si rischia però di stare molto male.

LE CASCATE DELL’ALCANTARA

Per chi non ha problemi di cellulite e per chi non ama immergersi in acque così fredde, c’è la salopette impermeabile, che può essere noleggiata in loco. Un’escamotage ottima per sfidare le correnti del fiume senza patemi e raggiungere le cascatelle. Sono tanti i turisti che si lasciano trascinare dai cambi di corrente e che scivolano divertiti sulle bianche spume del corso d’acqua. I più temerari indossano la muta e vanno avanti, lì dove il fiume innalza il suo letto, fino a sommergere piante e persone.

SULLE ORME DEL PADRINO

A due passi dalle Gole dell’Alcantara è passato anche Il Padrino. Qualcuno si chiederà cosa c’entri il territorio di Motta Camastra con il capolavoro cinematografico di Francis Ford Coppola. In realtà molte scene del film sono state girate nel paesino messinese, fingendo fosse Corleone. Ai tempi del ciak, infatti, il paese in provincia di Palermo era già parecchio moderno per le scene ambientate negli anni ’50. Quel borgo antico con 900 anime a pochi passi dall’Alcantara, dal forte spirito religioso e dalle tradizioni agricole, fu il prescelto e per mesi potè godersi la presenza di personaggi hollywoodiani del calibro di Marlon Brando, Al Pacino, dello stesso Francis Ford Coppola e di molti altri personaggi del grande e del piccolo schermo.

LA POLEMICA

il padrinoNel 2015, l’ex sindaco di Motta Camastra, Claudio Bertucciotto, istituì un biglietto comunale per accedere alle Gole del fiume Alcantara. L’obiettivo dichiarato era quello di voler regolare meglio i flussi dei visitatori e offrire un servizio migliore, in nome della sostenibilità ambientale. Sul biglietto facevano bella mostra di se la foto di Marlon Brando e la scritta “Motta Camastra, il Comune del film Il Padrino”. Uno dei borghi medioevali più antichi della Sicilia, risalente al XII secolo, che ha avuto dominazioni fenicie, arabe-normanne, greche e romane, con bellezze artistiche, paesaggistiche e naturalistiche da far invidia al mondo intero, banalizzato – con tutto il rispetto per il capolavoro di Coppola – da un ticket che faceva riferimento a quella che in fin dei conti fu una semplice comparsata in un film di mafia, visto che Motta Camastra per l’occasione venne spacciata per Corleone e non ebbe nemmeno la soddisfazione di essere citata.

PAESAGGI PARADISIACI

Dopo aver fatto un tour tra grammatica, medicina, storia e polemiche, finiamo con la poesia, che più di ogni altra materia merita di descrivere questo posto incantevole.

Fichi d’india sugli alti basalti sembran sospesi.
Circondati dalla vegetazione selvaggia,
gli ulivi e le zagare sovrastano appesi
allo squarcio che spacca la roccia.
Sui ciottoli piccole rane saltellano in spiaggia.
Fra schizzi di acqua e scintille di luce,
che sfuggono a foglie ondeggiate dal vento,
scandiscono il tempo, davanti al rumore, truce, del fiume
e di un incanto eterno, virile e mai spento.
Sfrontato, l’Alcantara scorre veloce e inghiotte ogni sponda.
Un fluido glaciale è nell’acqua che scorre feconda.
È un olio che tinge la tela, un quadro di madre natura,
uno scrigno che al buio si cela, miracolo di cui avere cura.

PLAYLIST: Paradise – Coldplay