L’input è stato il suo amore smisurato per gli animali, ma ben presto Isabella Geraci, responsabile commerciale di un’azienda tedesca che si occupa della conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale, si è resa conto che l’alimentazione vegana la faceva stare meglio. Ha dunque deciso di approfondire l’argomento visionando trattati medici, facendo studi e ricerche e arrivando alla conclusione che il consumo di tutto ciò che è di origine animale è negativo e ha un grave impatto sociale, per la salute e per l’ambiente.
ESAGERAZIONE?
Carne, pesce, uova, latte, formaggi: tutto abolito. Isabella adesso mangia solo frutta, verdura, legumi, ortaggi e cereali integrali, possibilmente a chilometro zero e necessariamente biologici. Ma perché non limitarsi a togliere solo la carne? Non è un’esagerazione togliere anche il resto solo perché è prodotto dagli animali?
INFEZIONI E ANTIBIOTICI
“Le mucche da latte dovrebbero produrre 30-40 litri di latte al giorno in natura – spiega Isabella -. In realtà, a livello industriale, con un allevamento intensivo, ne arrivano a produrre 70-80 litri. Ciò comporta non solo che le mucche vengano stipate, ma un ingrossamento notevole delle mammelle, con conseguenti mastiti che producono pus. Per curare le infezioni, gli animali vengono imbottiti di antibiotici; medicinali che, indirettamente, passeranno anche all’uomo in piccole dosi tramite il latte. Come se ciò non bastasse – prosegue – non solo le mucche vengono sfruttate in una maniera atroce, ma viene tolto il latte ai vitellini. A questi ultimi talvolta vengono messi sul muso gli antisucchio. Si tratta di anelli con aghi che pungono le mamme alle mammelle se il cucciolo prova a bere. Gli agnelli, addirittura, spesso vengono uccisi, soprattutto se sono maschi”.
L’ACQUA
Per Isabella l’alimentazione, il rispetto per gli animali e l’ambiente sono diventati ragione di vita. E il suo regime alimentare super controllato non risparmia neanche l’acqua: “E’ meglio berla leggermente alcalina – spiega -. Quella in bottiglia è mostruosa. Si tratta di acqua morta, trattata e confezionata anni prima. E proprio per questo è impensabile che non abbia conservanti al suo interno. In più, comprando le confezioni al supermercato, si incentiva il consumo di plastica che ha un grande impatto sull’ambiente. L’acqua del rubinetto spesso è bevibile, ma deve essere un minimo trattata. Io ho un dispositivo che mi fa da filtro e mi alcalinizza l’acqua”.
PH
La parola alcalino è ricorrente quando si parla di alimentazione e di nutrizione con Isabella. Qualche anno fa era socia di un’azienda che commercializzava depuratori d’acqua ed alcalinizzatori e quindi l’argomento lo ha studiato molto bene: “Il ph del sangue è lievemente alcalino (7,625) – racconta – il corpo vive e agisce affinché il ph del sangue resti così, non si può discostare di molto, altrimenti il corpo collassa e si muore. Il problema è che nel quotidiano – continua – l’uomo ha uno stile di vita acido, soprattutto per ciò che mangia. Carni, farine raffinate, zuccheri, sono tutti cibi acidi. In più lo stress, lo smog, la mancanza di sport e altro, sono connotazioni che portano ad acidificare il corpo. Nel 1931 il dottor Otto Heinrich Warburg vinse il premio nobel perché scoprì la causa primaria del cancro, ovvero l’acidosi cellulare e l’ipossia. La cellula tumorale è fondamentalmente acida e anaerobica, mentre quella sana è basica e aerobica. Più il corpo è acido e più diventa terreno fertile per tumori e malattie degenerative. Basta comprare una cartina tornasole in farmacia e fare un test – consiglia – per rendersene conto: tutte le persone malate hanno un ph acido. L’ideale è mangiare cibi crudi, soprattutto frutta e verdura. Poi legumi e cereali integrali biologici. Tra l’altro è anche un modo per agevolare il contadino locale”.
REGIME ALIMENTARE SANO
“Non sono mai stata male per il mio modo di mangiare – spiega Isabella Geraci – semmai mi è capitato il contrario, ovvero sono stata male quando mi sono discostata da questo stile di vita sano. Questo si evince dai valori del sangue o dalle problematiche che riaffiorano, come sinusite ed emicrania. Prima di essere vegana – confessa – ero fortemente carnivora e sempre anemica. Da quando ho cambiato regime alimentare sto bene. Qualche anno fa c’erano maggiori difficoltà per i vegani a reperire cibo, soprattutto nei ristoranti. C’è stato uno stravolgimento notevole: oggi nei discount trovi molti prodotti particolari e anche nei ristoranti normali si tende sempre ad avere un’alternativa veg. In ogni caso, vale comunque l’antico principio – conclude – se voglio mangiare bene e sano, mangio a casa mia”.
PLAYLIST: Viva La Vida – Coldplay
Il veganismo non e’ una dieta.