Una scuola circense a Palermo, un viaggio che offre un’opportunità di crescita e di trasformazione, provando a superare paure e mettendosi in gioco attraverso il confronto con l’altro. Lo scopo di circ’opificio, ideato dal palermitano Josh Rizzuto e da sua moglie Marika Riggio, è far concepire l’arte del circo come valida alternativa agli sport più conosciuti e diffusi. Il circo, oltre ad essere spettacolo, è fatto di coordinazione, forza, resistenza fisica, equilibrio, agilità, mobilità corporea, concentrazione e ritmo. È quindi un concentrato di molte discipline esistenti al mondo. Circ’opificio aggiunge al tradizionale circo anche la danza e il teatro, insegnando anche ai bambini un vero e circoproprio percorso per diventare un artista completo.

COME NASCE CIRC’OPIFICIO

Ma da dove nasce l’idea di creare una scuola di questo tipo proprio a Palermo, in una città che non ha, tra le sue tradizioni, famiglie circensi? “Il progetto nasce nel 2014 da un’idea di Marika Riggio e Josh Rizzuto – ci spiega Adriana Tusa, che si occupa del coordinamento e della progettazione per le scuole per conto di circ’opificio -. Marika e Josh, marito e moglie, sono artisti e ballerini. In particolare lui è anche coreografo e lei acrobata aerea. Dopo che si sono sposati è nata l’idea di portare il circo a Palermo, visto che è un settore poco sviluppato rispetto ad altre città italiane ed europee”.

MODELLO CONTEMPORANEO

Circ’opificio non è il classico spettacolo da tenda, girovago e con animali, ma trae ispirazione da una concezione piùcirco attuale, che in questi anni sta riscontrando molti consensi, come nel caso del Cirque du Soleil. Un progetto non itinerante, dunque, ma di scuola, che si rivolge a gente di tutte le età: “Si parte – racconta Adriana Tusa – da bambini di due anni, con i laboratori proposti alle famiglie, ma si lavora anche con gente più adulta. Il nostro allievo più grande, in questo momento, ha 50 anni. Per i piccoli – aggiunge – applichiamo il metodo ludico-pedagogico”.

CIRCO E SPORT

L’arte circense non è riconosciuta come sport dal Coni, ma Circ’opificio offre un’alternativa agli sport più diffusi: “Se dovessimo attenerci alla lista del Comitato Olimpico – afferma la coordinatrice – il circo non è uno sport, ma in realtà è a tutti gli effetti un’attività motoria. Ed è anche molto impegnativa. La differenza sostanziale è l’obiettivo: una ginnastica tradizionale ha come obiettivo la gara, con criteri, standard e punteggi; per il circo, invece, il fine è lo spettacolo, con gli aspetti artistici e teatrali che ne conseguono.

PERCHE’ A PALERMO?

Il circo contemporaneo si è sganciato da certi standard tradizionali degli anni ’70-’80 delle storiche famiglie circensi che si tramandavano le arti da padre in figlio, soprattutto da quando in Francia, a metà del secolo scorso, sono nati il noveau cirque e una serie di movimenti in cui l’artista non è solo colui che fa il numero al centro della pista, senza una drammaturgia. Il circo di oggi ha aperto i propri orizzonti verso la danza e il teatro. A questo nuovo modello si ispira il Circ’opificio. Palermo pur non avendo una tradizione, grazie all’idea di Marika e Josh, ha voluto dare risalto ad una forma d’arte che qui mancava e che nel resto d’Europa è sempre più diffusa e riconosciuta. Un modello d’avanguardia che rompe certi schemi e che recupera valori etici.

L’EVENTO

Sabato 29 giugno alle 20,30, e in replica domenica 30 alle 18, Circ’opificio torna in scena. Lo fa dopo tre anni a causa di un trasloco che ne ha rallentato le attività. Viaggio straordinario, questo è il titolo dello spettacolo, vedrà all’opera 150 allievi tra i 5 e i 50 anni che si esibiranno al Teatro Biondo di Palermo. “Qualcuno dice che sono io il protagonista di Viaggio Straordinario – afferma Josh Rizzuto- in realtà sono solo un legante. I veri protagonisti sono gli allievi. Per me è molto importante – continua – portare in scena ben 150 ragazzi per due ore e mezzo di spettacolo.  E’ un grande trionfo. Sarà una sfida da qua a sabato e speriamo di riuscire a portarla a termine nel migliore dei modi. Il futuro di Circ’opificio, così come il circo, – conclude Rizzuto – non ha limiti. La combinazione delle variabili, grazie anche al lavoro e alla ricerca, dà frutto a nuove forme. Ed è quello che proviamo a fare noi”.

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