Nella prima vita, Roberto Cancellieri, giocava a basket a livello professionistico. È andata avanti fino ai 26 anni, poi ha ripreso a studiare, si è laureato in economia aziendale prima e in economia del turismo dopo. Nella seconda vita, Roberto scopre il Cammino di Santiago, lo percorre per intero nel 2012, a piedi o in bicicletta e da quel momento non si è più fermato.
A PIEDI O IN BICICLETTA
“Quando scopri il mondo dei viaggi a passo lento è difficile uscirne. Diventa quasi una dipendenza – racconta – non fai in tempo a tornare da un viaggio che già pensi a quale sarà il prossimo”, e scusate se adesso vi presentiamo un elenco, ma è per rendere l’idea di quanto sia autentico il sentimento di Roberto:
– Cammino di Santiago;
– Roma – Barcellona in bicicletta;
– Bari – Istanbul in bicicletta (attraversando la Via Egnatia);
– Trekking in Nepal fino al campo base dell’Everest;
– Cammino di Santiago del Nord;
– Salento in bicicletta;
– Via Traiana (Benevento – Bari);
– Cammino Materano;
– Cammino di San Francesco d’Assisi;
– Magna Via Francigena.
E che ci vuole? “Molti ci vedono solo sacrifici, sudore e fatica e tutto sommato non sbagliano, ma quello che cerco sempre di raccontare e di condividere è l’aspetto culturale – spiega – Viaggiare in modalità lenta è cultura, è arricchimento. Si scopre molto di un luogo viaggiando lentamente e vivendone i dettagli. Assapori i paesaggi, si vedono le città e i paesi da una prospettiva diversa. Riscopri le tradizioni, i piatti tipici di una regione, si ha l’opportunità di ascoltare dalle labbra di un qualche signore anziano la storia del proprio paese e i cambiamenti che ha dovuto subire negli anni”.
REPORTAGE… SU FACEBOOK
Dal viaggio alla scrittura, il passo è breve (migliaia di chilometri). Roberto ha una pagina Facebook con immagini mozzafiato e suoi racconti. Ogni tappa, ogni metro, ogni colpo di sole: tutto nei suoi post che sono come i romanzi di Tiziano Terzani o di Emilio Salgari: “Tutte esperienza forti”, per esempio? “Oltre al primo cammino di Santiago, ce ne sono due a cui sono profondamente legato”.
18 GIORNI FOLLI
“Roma-Barcellona in bicicletta è di sicuro il primo. Il più duro. 1400km in bicicletta dopo aver attraversato Appennini, Alpi e Pirenei. 18 giorni folli. Ho perso circa 10kg! Avevo pochissimi soldi con me, per gli 8 mesi precedenti non sono uscito di casa per non spendere soldi, solo con in testa il viaggio. Mesi di sacrifici che si sono tramutati in una botta di vita fuori dal comune. Non basterebbe un libro per raccontare quante me ne sono successe durante quel viaggio”.
UNA TESI SULLA VIA TRAIANA
“Ma il viaggio al quale tengo in assoluto di più è la Via Traiana a piedi. Dovevo decidere il mio argomento per la tesi di laurea specialistica in materia di Turismo e avevo voglia di cercare qualcosa inerente ai Cammini d’Italia e alla loro fruibilità in funzione del territorio. Così ad una lezione di Storia sentì parlare per la prima volta della Via Traiana, una vecchia strada consolare romana che connetteva Benevento a Brindisi. Quando ho iniziato a studiarla ho scoperto che erano più di 120 anni che nessuno la attraversava. È così scattata in me una solo idea, quasi una missione. Riportare in vita la Via ripercorrendola zaino in spalla. Ovviamente non vi erano indicazioni, non c’erano strutture convenzionate e la mia unica maniera di orientamento era Google maps e vecchi resti della stessa Via rinvenuti su diversi testi storici. Per 11 giorni ho riportato in vita l’antica Via Traiana e raccontata sulla mia pagina”, 110 e lode il voto finale di laurea.
CON FIORINA…
E la Magna Via Francigena? “L’ho percorsa insieme a Fiorina, la mia ragazza. Non avremmo mai immaginato che l’entroterra Siciliano fosse così ricco di paesaggi incredibili. In uno dei miei post raccontavo proprio di quanto i siciliani e la Sicilia dovrebbero andare orgogliosi di chi ha voluto con passione progettare questo percorso.
SICILIA=MAFIA OSPITALITA’
Si attraversano località rinomate per eventi legati ad episodi mafiosi ma chi si è mai preoccupato di raccontare la bellezza dei paesaggi che le circondano? Questo cammino è una maniera di riscattarsi per gente che vive all’ombra di eventi storici ai quali non appartiene. Riporto con piacere una frase di un pellegrino milanese incrociato lungo il cammino che dopo diverse tappe, una sera a cena mentre discutevamo sui luoghi attraversati mi fa Roberto, in una sola settimana tutti i pregiudizi che avevo riguardanti questa regione sono stati sgretolati. La potenza dei Cammini!”.
IL MOTORE DEL VIAGGIO
Sì, ma perché ti metti in viaggio? “I viaggi forse li intraprendo per poter raccontare a mio figlio cosa ho avuto l’opportunità di vedere. E magari attraverso qualche simpatico aneddoto, far in modo che abbia fiducia nel prossimo. Mi piacerebbe raccontargli che i cammini sono metafora di vita, che si raggiungono gli obiettivi con grande sacrificio, con forti motivazioni e avendo rispetto per il percorso che si è deciso di intraprendere. Chi sa che un giorno non sarà lui/lei a guardarmi negli occhi e con lo zaino in spalla dirmi: “Papa dove il prossimo insieme?”.
SE PIOVE, SE FA FREDDO
E i problemi ovviamente non mancano. “C’è la pioggia, c’è il vento, il sole cocente, il freddo e poi di nuovo il caldo. C’è lo zaino pesante. Le interminabili salite. Le infami discese. Qualche problema fisico si fa sempre sentire, sempre. La fame e la sete. Ancora sete. Ma questi viaggi ti insegnano davvero chi sei. Capisci quali sono i tuoi limiti, ti mettono di fronte a sfide sempre nuove nelle quali puoi contare solo su te stesso. Si torna con maggiore consapevolezza. E poi vuoi mettere la sensazione di raggiungere un luogo con le tue gambe dopo centinaia di km? Anche l’autostima ne esce rinvigorita. Una cosa posso dirla con certezza, questi viaggi ti cambiano la prospettiva”.
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