A ogni cambio di stagione sento il ginocchio fare male. Mi ricorda una cucchiaiata di legno subita quando ero piccolo. Il tempo è così, ti dice che passando sistema tutte le cose, ma poi tutte le cose rimangono dentro di te, fra muscoli e ossa. Ho sempre visto il corpo come una tela, qualcosa che tenesse memoria degli episodi salienti di questa grande serie tv che è la vita. Incontrare Antonino Cacicia dopo tanti anni me ne ha dato la conferma.

LE ZITE

Ci frequentavamo quando eravamo ziti con due ragazze che erano amiche. Uscivamo insieme e ci confrontavamo sui problemi dell’epoca: i primi rapporti di coppia, il motorino, la playstation. Queste cose non rimangono sul corpo, altre sì. Me lo dicono i suoi zigomi così scavati, il corpo scolpito, lo sguardo deciso e la tensione del collo. È un culturista.

IL FATTACCIO

E lo avrei immaginato a fare tutt’altro, invece è un gran professionista nel suo settore. Lo premiano spesso in manifestazioni, competizioni o gare. Così, mi sono chiesto quali sensazioni sono dentro quel corpo, nei muscoli tesi, nella pelle scura. Quali energie, quanto sudore. Cercando informazioni su di lui in giro, scopro che quattro anni fa è stato vittima di un terribile fatto di cronaca: la sua famiglia è stata spezzata da un incidente stradale. Ed è proprio da quando papà non c’è più, in quello che è certamente stato il giro di boa della vita di Antonino, che lui ha iniziato il suo percorso di purificazione alimentare. Ha cominciato ad assottigliare il bacino, allargare le spalle per tutto quello che sarebbe venuto dopo.

GLI INTEGRATORI

Ha un negozio di integratori ad Agrigento. Ma i beveroni non possono bastare, serve la mente. Quella di Antonino in quel periodo era certamente provata e nonostante ciò (forse per sopravvivenza) è riuscito a trovare un equilibrio che gli ha permesso di affrontare obiettivi di linea, di alimentazione e di sforzo muscolare: “Il mondo del culturismo è durissimo – spiega – programmo continuamente la giornata di oggi e quella di domani e quella successiva ancora”, con i muscoli delle gambe che sembrano uscire da alcuni quadri di Picasso o Braque.

IL CUORE

Lavora su di sé col cuore che è un muscolo, un motore che pompa sangue anche quando è ferito. Definire il petto, mettere e mantenere massa con flessioni, pesi, corpo libero e ovviamente dai cinque ai sette pasti al giorno: “Seguo un’alimentazione basata su carboidrati puliti e proteine, pesando anche olio e sale”, e poi di nuovo un allenamento intenso lavorando sui singoli gruppi muscolari. Dipinge il collo e le braccia con dei chiaroscuri che esaltano la forma.

LA MONETA

E soldi ne servono, continuamente. Se il culturista facesse il culturista per campare, cambierebbe strada: “Se ci guadagni è solo grazie alla tua voglia di fare, di importi, di crescere sia dal punto muscolare che psicologico – racconta – devi conoscere al meglio il tuo corpo e le persone che hai intorno, mai improvvisare”. È come leggere un libro, ogni pagina una parte di sé.

LA VITA

Il corpo come la vita, ogni contusione, ogni fastidio dovuto ai cambi di stagione ricorda un evento. Tragico, bello, insignificante, decisivo. E come la vita, il corpo si piega e tu vuoi gettare la spugna: “Tutti mi dicevano di lasciare stare – dice – tutto era difficile, ma l’uomo per come lo vedo io, è una macchina che si fortifica e si costruisce più forte, deve solo volerlo”, e se Antonino si piega, è solo per delle flessioni.

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