Ha cucinato dall’Europa alla Cina, dallo Sri Lanka al Kenya, dal Sudafrica al Mozambico, dalle Mauritius al Medio Oriente, ai posti miliardari e più esclusivi del pianeta, in mezzo alla giungla o in villaggi sperduti ai confini dell’immaginabile. Gaetano Sgroi, executive chef dell’Opera Hotel di Kiev, ha trovato la ricetta perfetta: mezzo bicchiere di curiosità, un pizzico di intraprendenza e due parti e mezzo di passione. I passaggi sono semplici e tirarne fuori un piatto che soddisfi i palati della vita è molto complesso. Ma si riesce. Tutto merito dello chef Gaetano, scienziato del gusto doc e siciliano.

MILLE GUSTI

Monello? “Non troppo”. L’infanzia di Gaetano a Calatafimi Segesta trascorre allegra e spensierata mentre aiuta mamma e papà proprietari di un piccolo, rinomato, bar in piazza. “Lì, ho mosso i primi passi nella ristorazione. Con mia madre preparavo dolci artigianali. Mio padre, invece, creava i gelati. Coltivava frutta genuina in campagna e si sbizzarriva. Era un’avventura continua di sapori nuovi”. Gaetano ricorda quei momenti passati, a tinte bianche e nere, con affetto ed emozione. E mi rendo conto che, rispetto ad altri, aveva già capito cosa volesse fare da grande. “Ho sempre amato il cibo. Ne ero affascinato. Assaggiavo qualsiasi cosa senza problemi al contrario dei miei fratelli che disdegnavano particolari frutti o verdure. Non per gola, ma per voglia di imparare”. Una vita spesa all’insegna dello studio culinario, un viaggio costante attraverso le nazioni alla ricerca di odori e sensazioni squisite. Dalle sperimentazioni fusion asiatiche alla cultura pop del fast food americano. “Mi ha arricchito profondamente scoprire i singoli cibi e la loro cultura. Esistono paesi con ingredienti unici”.

CUOCO A 5 STELLE

La sua voglia di proporre un’alimentazione sana, precisa e moderna, conservando la tradizione, non passa inosservata e, dopo aver cucinato per mezzo mondo, per il siciliano che si eccita allo sfrigolio delle padelle, arriva l’occasione della vita. “Ero in Sri Lanka quando mi chiesero di diventare l’executive dell’Opera Hotel di Kiev, in Ucraina, albergo del presidente dello Shakhtar Donetsk. Non ci ho pensato due volte!”. Così, forte di una tecnica ormai matura ed evoluta, Gaetano, diventa cuoco a cinque stelle. “Sono di origini siciliane e ho la tradizione nel sangue, ma negli alberghi di lusso non posso preparare solamente piatti della mia terra, devo soddisfare le esigenze di tutti gli ospiti. Pietanze che coprono il mondo. Dagli hamburger alla Caesar salad“. Un’insalata americana composta da lattuga romana, crostini di pane soffritti, formaggio parmigiano e una salsa particolare e raffinata.

LE OMELETTE DI CR7

Gaetano è a stretto contatto con vip e calciatori. Ha eseguito menù per il Milan di Ancelotti, il Real Madrid di Zidane e CR7… “Un’emozione quando arrivò Cristiano Ronaldo per la finale di Champions”. …e non solo. “La lista è lunghissima. Abbiamo ospitato la Juventus. il Milan di Berlusconi, l’Inghilterra, Il Napoli, L’Inter, La Croazia. Belgrado … tutte!”. …mantenendo sempre professionalità e umiltà. “Tantissimi personaggi famosi. Ma, sinceramente, non faccio caso a questo, ne resterei condizionato, anche se il piacere d’incontrarli è forte”.

STAR… ECCENTRICHE

Nel calcio le diete degli atleti sono controllate. I calciatori non possono fare mosse false. “Solo di nascosto”. Ma esistono anche altri tipi di clienti, ricchi e, spesso, sopra le righe. “Tre giorni fa un miliardario ha fatto fuori una decina di scatolette di caviale e 3-4 bottiglie di champagne. Probabilmente doveva festeggiare qualcosa. S’ è mangiato tutto il caviale dell’albergo con il cucchiaio grande”. Gaetano invece è rimasto semplice. Quando non è a lavoro, ama fare trekking immerso nella natura e attraverso montagne incantevoli dell’Europa dell’est. Ma, in verità, la testa è sempre ai fornelli. “Mi piace tenermi in forma in mezzo a foreste immense. Poi, mi ritrovo magicamente con bottini favolosi di funghi e di frutta di bosco. Sono spedizioni atletiche/esplorative di fauna e flora”.

COSA BOLLE IN PENTOLA?Gaetano Sgroi - Piatto

E nel futuro di Chef Sgroi? Magari un ristorantino o qualche stella Michelin. Troppo banale. Dopo aver vissuto queste esperienze, tanto vale crearne una nuova e particolare. “Nei miei sogni c’è un piccolo albergo ristorante dove possa racchiudere le mie esperienze. Non in Giappone o America, lì non hanno bisogno di me (ride). Anche in Italia andrebbe bene. Non importa il luogo, basta che sia un posto tranquillo in cui apprezzare cibi naturali ed essere ospitati. Qualcosa di assolutamente unico. Un albergo 2.0 con produzione locale. Una sorta di azienda/hotel/ristorante. Niente verrà lasciato al caso: dall’uliveto, alla piccola fattoria con gli animali. Anche un orto, se è il caso. Un progetto semplice ad ascoltare ma ambizioso, quello che voglio. Un ambiente quasi fatato in cui entri e sai che tutto quello che andrai a consumare è a chilometro zero e prodotto da noi”.

…E LA SICILIA?

La vive con una spolverata di nostalgia. “Ho conservato una piccola casa nel mio paese. A volte torno, solo una volta l’anno, in verità. Vorrei farlo di più. Mi manca“.

playlist: Fred Bongusto – Spaghetti a Detroit