Giocava a calcio, ma non poteva fare il calciatore perché aveva delle banane al posto dei piedi. Allora per la scuola ci fu la possibilità di entrare a far parte di una squadra di pallavolo, il sogno a quel punto divenne il professionismo, ma era basso e sembrava una mela. Giocava per il Club Leoni del professore Savasta e un giorno si infortunò, legamenti rotti. Per Maurilio Anfuso, che all’epoca non aveva idea di dove sarebbe arrivato, fu una tragedia. Ma quell’imprevisto si trasformò nella più grande opportunità della sua vita. E nessuno si azzardò più a paragonarlo al frutto di turno perché si ha rispetto per l’assistant coach della nazionale di pallavolo della Romania (già a ventisei anni).

Coach Maurilio Anfuso 2IL CRAC

“Ricordo di aver sentito il crac – racconta – poi tanta riabilitazione e i miei compagni di squadra non volevano mollarmi. Così andavo a vedere le partite. Dalla tribuna mi avvicinavo alla panchina e giovanissimo ho iniziato a guardare la partita come un tecnico”. Così Maurilio inizia a dare una mano e si rende conto che è il suo habitat naturale, perciò comincia tutta la trafila per la conquista del patentino. Adesso manca solo una possibilità e questa puntuale arriva.

PRONTO, SONO MAURILIO

“Riesco ad ottenere il numero di telefono del coach Luciano Pedullà che allenava a Novara, in Serie A, e gli dissi che sarei stato disposto a seguirlo gratuitamente da apprendista. Un aereo e una settimana dopo ero lì, in tribuna ad osservare e prendere appunti, lui mi vide non mancare un appuntamento e un giorno mi chiese di scendere al suo fianco in campo per avere confronti e contatti con la squadra. Si fa tramite fra me e la società che poi acconsente”.

MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO

Maurilio Anfuso si integra con il resto dello staff. Non ha un contratto, neanche un rimborso minimo, ma è la persona più felice dell’universo. Piano piano i suoi compiti aumentano: studiare la squadra avversaria, la difesa, l’attacco, le statistiche e poi passare le informazioni al primo allenatore che coordina il tutto: “Per un anno va avanti così e nel successivo ottenni un contratto dalla società, ero ufficialmente parte dello staff”, il sogno si avvera, conosce anche la sua attuale compagna ed a Palermo non ci sarebbe tornato più stabilmente.

DA NOVARA A MONZA, FINO IN ROMANIA Coach Maurilio Anfuso 1

Dopo Novara si sposta insieme a tutto lo staff a Monza per la stagione 2017-2018 e poi arriva l’opportunità della nazionale femminile rumena con un Europeo alle porte: ventiquattro partecipanti che si affronteranno in campi turchi, polacchi, ungheresi e slovacchi dal 23 agosto all’8 settembre. “L’opportunità è splendida – dice – l’obiettivo è superare il girone (composto da Estonia, Croazia, Olanda, Azerbaigian e Ungheria ndr.), la nostra nazionale è diciottesima nel ranking europeo”.

DONNE E BUOI DEGLI SPORT TUOI

Donne e uomini nella pallavolo cosa cambia? “Sono due sport totalmente differenti, oserei dire, un coach con le donne non si può essere superficiali, bisogna essere se stessi e cercare di riempire la preparazione di attenzioni, soprattutto sulla tecnica perché nel femminile ci sono più scambi, prima di arrivare alla conclusione di potenza. La pallavolo è il primo sport per numero di donne ed è molto stimolante”.

LA STRADA E LA PROVVIDENZA

Con Maurilio ho lavorato in una redazione sportiva. Tranquilli, non ci può essere conflitto di interessi, non lo sento da quella volta che disse vi saluto, vado a Novara e pensai, un altro che tornerà con le pive nel sacco e invece no, è maturo, un professionista. Non riesco ancora a crederci, lui che parla di non essere superficiali e io che ormai ci credo, meno male che si è rotto i legamenti, a pallone era una schiappa: “Ma ciò non significa che non si possa passare dalla pallavolo al calcio, più difficile viceversa, pensa al coach argentino Julio Velasco – mi dice – una marea di ori e un’esperienza da direttore generale nella Lazio di Sergio Cragnotti e dirigente dell’Inter di Massimo Moratti”. E invece no, per cortesia, continua con la pallavolo che la vita con te è già stata abbastanza chiara.

Playlist: Nessuno vuole essere Robin – Cesare Cremonini