C’è una città che non esiste più nelle foto di Palermo di una volta, un gruppo facebook creato nel 2008 da un palermitano di 42 anni che da quasi 10 anni ha deciso di emigrare in America. Si chiama Piero Carramusa e, virtualmente, si può considerare il sindaco della comunità che ogni giorno amministra, che vanta già quasi 68 mila membri. Nelle immagini che ogni giorno vengono postate, è possibile rivedere luoghi, mestieri e bellezze artistiche che non esistono più. Strade e quartieri che hanno sembianze completamente diverse rispetto a qualche decennio fa.

IMMAGINI DEL PASSATO

Ci sono i polpari di Mondello, con le loro casupole vicine al mare, adiacenti la piazza del paese. Coprivano il panorama e oggi non ci sono più, ma a rivedere le immagini sembra quasi di risentire i profumi che venivano fuori quando il polpo era pronto e il polparo alzava il coperchio del suo pentolone. Ci sono pure i venditori ri muluna del Papireto, che durante l’estate vendevano angurie fino Palermo di una volta - Teatro Massimoa tarda notte. Poi i venditori di sarde salate e gli sciuscià, ovvero i lustrascarpe del centro storico, che si erano estinti ma che da qualche anno sono tornati grazie all’iniziativa imprenditoriale di alcuni giovani palermitani. Queste e mille altre cartoline di una Palermo che non c’è più, dal Teatro Massimo in costruzione al mare del Foro Italico che lambiva porta Felice, dalle ville liberty della lussuosa Via Libertà, scomparse col sacco di Palermo di Cianciminiana memoria, agli eleganti bar del centro storico.

EMIGRATI

Il “sindaco” Piero, dopo aver vissuto 30 anni nella sua Palermo, ha deciso di lasciare la sua città natale. Ha cambiato vita e lo ha fatto per amore. Oggi è dipendente della Ups, una delle maggiori compagnie al mondo di corriere espresso e di consegna pacchi, presente in più di 200 paesi del pianeta. Ha formato una famiglia, è felice negli States e si è ambientato alla grande, ma la sua città gli manca. Quando entra su “Palermo di una volta” si sente nuovamente a casa. “L’idea del gruppo non è stato nulla di studiato – ci racconta – ma semplicemente una mia personale passione. Voglia di conoscere la mia città in un’epoca che non ho vissuto ma per la quale ho sempre nutrito curiosità. Tutto ciò nasce dall’amore che un mio caro zio aveva per Palermo e per la sua storia in particolare. Mio zio è stato il primo, con i suoi tanti aneddoti, a farmi appassionare al tema. Il gruppo è nato proprio quando ho deciso di intraprendere un’altra vita negli Stati Uniti. Un Paese fantastico sotto tanti punti di vista, ma non di certo dal punto di vista storico. È stato in quel momento che ho realizzato quanto fortunato fossi stato a nascere e a crescere in una città come Palermo. Ho capito immediatamente che il gruppo poteva essere una fantastica opportunità per condividere la mia passione con altri a cui poteva interessare l’argomento. Ed infatti così è stato. Negli anni – continua Carramusa – è stato un crescendo di nuove iscrizioni e di nuove scoperte tramite le storie, i video, le fotografie, i racconti, gli aneddoti di coloro che partecipano attivamente e contribuiscono alla vita di Palermo di una volta”.

IL FASCINO DELLA FOTO

La “Palermo di una volta” ci trasmette nostalgia e ci fa immaginare, erroneamente, che prima fosse tutto rosa e fiori e che adesso tutto sia cambiato in peggio. Spesso, però, è solo apparenza. La foto dà una visione piatta di quei tempi e, grazie soprattutto agli insegnamenti degli utenti più anziani, lo haPalermo di una volta - Piero Carramusa capito anche Carramusa: “Noi nuove generazioni ci siamo persi di sicuro una città più a dimensione d’uomo – spiega il sindaco Piero – più concentrata alla vita quotidiana e più innamorata del bello, ma indubbiamente la Palermo di Una Volta non era una città così tranquilla o bella come una foto può far apparire. Era anche una città con carenze igieniche ed analfabetizzazione da terzo mondo. Oggi Palermo è una città fantastica ma noi cittadini dovremmo impegnarci di più imparando a rispettarla. Siamo solo suoi ospiti – prosegue -. Un giorno non ci saremo più ma lei sarà ancora qui”.

L’IMMAGINE PIU’ BELLA

Scegliere la foto più bella non è facile, visto che nel gruppo sono caricati 159 album e altre decine di migliaia di foto libere, ma Carramusa non ha dubbi: “Ci sono tante foto a cui sono legato, Palermo di una volta - Piazza Camporealesoprattutto alle più antiche che risalgono al 1850, ma se proprio devo, scelgo uno scatto di Piazza Principe di Camporeale, perché è la mia zona e, guardandola, mi ha fatto capire quanto questa città in pochi anni sia cambiata tantissimo.

SCAMBIO STORICO E CULTURALE

Il gruppo è seguito da ogni parte del mondo: da palermitani emigrati ma non solo. Lo visitano coloro che hanno apprezzato il capoluogo siciliano da turisti e quelli che sognano di venirlo un giorno a conoscere. C’è chi non vede Palermo da 40-50 anni, c’è chi riconosce se stesso in vecchi scatti o chi i volti dei propri cari. Spesso morti. Ogni membro che si iscrive al gruppo è una cellula importante per la community, sia essa giovane sia essa anziana. Serve infatti la memoria storica che racconti il passato, ma è utilissimo anche il racconto dei giovani e di chi ne vive la contemporaneità, per descriverne i cambiamenti. Uno scambio storico e culturale, un arricchimento per giovani e anziani, uniti virtualmente da curiosità e amore, per quella che a pieno titolo è stata ed è una capitale della cultura.

Playlist: Palermoville – Spika