Aiuto! Chiamate la polizia, le forze dell’ordine o le squadre speciali. L’Fbi se è il caso! C’è un tesoro in ostaggio dentro quattro mura senza finestre. Un simbolo tutto italiano; il ricordo a due ruote della nostra storia. E’ lo scooter chiamato Vespa, oggetto che a livello mondiale rappresenta l’emblema della dolce Italia. E quella di Filippo è la più grande collezione presente nel sud della penisola e, quindi, una delle più grandi al mondo. Purtroppo Filippo Sagona non riesce a trovargli casa. Deve per forza di cose dividere e riporre l’immensa raccolta in bui magazzini, per carità, curati a regola d’arte, ma umidi e freddi, e attendere un qualsiasi turista, che abbia sentito parlare della sua enorme passione per vedere valorizzato il patrimonio che possiede.

DOVREBBE STARE IN UN MUSEO

Lo diceva anche Indiana Jones. Basterebbe che il Comune consegnasse al collezionista uno dei tanti spazi inutilizzati e abbandonati sottratti alla mafia, praticamente un’impresa. Sagona è giustamente stanco, non ne può più. “Non è un problema di soldi, ma di spazi. E’ una collezione che merita un’esposizione fissa. Molti si soffermano a chiedermi quanti pezzi ho e quanto valgono, ma non è la quantità è la qualità a fare la differenza. Utilizziamo la Vespa come mezzo di comunicazione oltre che di locomozione per esportare mondialmente una storia tutta italiana”. La Vespa in effetti rappresenta la Piaggio, il boom economico e lo scorrazzare, di giovani e non, dal ’45 fino ad oggi. Una raccolta mastodontica, chiamata dal suo creatore Vittinavespa, dietro alla quale un uomo solo senza alcun aiuto deve gestire un pezzo di cultura forse troppo vasto. “Il turista nel mio immaginario doveva arrivare nella nostra terra e guardata la mostra esclamare: vittinavespa! raccontando le emozioni agli amici”.

GRIDO DI AIUTO

E’ un racconto che fa rabbia, ma l’emblema di una terra, la Sicilia, che spesso fa a botte con se stessa. Che si lamenta di un universo di opportunità esclusivo del nord e non riconosce, vuoi per pigrizia o per scarsa lungimiranza, il valore di ciò che possiede a due passi da casa. Ci si vieta da soli di migliorare e di splendere. Ma perché? “Non lo so nemmeno io. Abbiamo chiesto al sindaco Orlando uno spazio. E ha risposto in maniera positiva proponendo quello dell’ex collegio San Rocco. Sono passati sei anni e quel locale è ancora abbandonato alle intemperie”. Non riusciamo proprio a volerci bene. A regalarci un museo per lodare noi stessi e la storia di un’intera penisola. Come nascondere in cantina un dipinto di Picasso. “La cosa assurda è che una mostra del genere, per la città, prevederebbe entrate infinite. Il bacino d’utenza che si va a toccare è veramente ampio. Non si tratta di una passione unicamente italiana. Verrebbero anche dagli Stati Uniti per vederla”.

PRENDETE E … GODETENE TUTTI

A voi che state leggendo: la collezione di Filippo è a disposizione di tutti, prendetela! E datele una casa, magari inserendo cartelli scritti in più lingue che raccontino tutti i retroscena degli oggetti esposti e anni di sogni italiani. Ho il permesso di proporvi quest’affare, ma tanto anche Filippo sa come finirà la vicenda. “Non se la filerà nessuno”. Sembra la leggenda della Bella di Torriglia: tutti la vogliono e nessuno se la piglia. “Ho trovato l’unica roulotte Piaggio al mondo, ma per sostenere le spese ho dovuta venderla. Non so a livello economico cosa abbia perso, ma so cosa ha perso la città di Palermo“. Mi intristisco ulteriormente quando racconta che i pezzi più comuni della collezione, oggetti comunque introvabili, non sono più presenti e sono esposti nella villa di qualche privato. Che rabbia. “Ho anche una famiglia e ho dovuto operare delle scelte. Ma la prossima volta che vendo sarà l’ultima. Ormai sono arrivato al punto che quello che resta ha un valore tale che non si può più liquidare senza che la collezione perda lustro”. Ecco la delusione di un uomo che vorrebbe fare un regalo a se stesso, e soprattutto alla città, e non ci riesce. Che vorrebbe una Capitale della Vespa al sud e non ce la fa. “Questo periodo di incertezze può durare massimo quattro o cinque mesi…”. E, credetemi, se Filippo molla il tesoro andrà perduto per sempre.

LA ROSSA E LO SPECIALINO

E allora? Comincia il conto alla rovescia? Vediamo di fare qualcosa. Posso provare a proporre una reclame stile Mondialcasa: “Signori e signore, non fatevela scappare. La Vespa può essere paragonata alla Ferrari! Due marchi italiani, a livello nazionale e internazionale, stra-riconosciuti. Sapete quanto vale la collezione? Milioni. E noi ve la diamo gratis!”. A parte gli scherzi, sarebbe una vera sconfitta non sfruttare quella che è una gemma preziosa; o, ancora peggio, doverla vendere al nord o all’estero a chi evidentemente ha le capacità finanziarie. E poi per andare a vedere il nostro motorino preferito saremmo costretti a pagare fior di quattrini e a rimpiangere il fatto di averlo avuto proprio dietro la porta di casa. La verità è che noi siamo bravissimi nel perdere le occasioni e poi lamentarci. “Guarda questo giocattolino ad esempio, è il primo a movimento meccanico del ’49 simbolo delle raffinerie di Trieste. E noi mettiamo sottochiave la storia di un’ industria che non c’è più, una cultura sequestrata e relegata in pochi magazzini che nessuno potrà scoprire”.

AMICI? A CONVENIENZA.

C’è poi un’altra verità. Filippo è un volto noto, basta cercare nome e cognome su internet per vederlo spuntare in centinaia di articoli al fianco di star e persone comuni che a lui si avvicinano solo per interviste e selfie, ma quando è il momento di quagliare… niente. “Se ci fosse un museo, un progetto in piedi, tutti salirebbero sul carro dei vincitori”. E’ bene ricordarlo: Filippo ha creato quest’impero da solo e con le sue forze economiche che non sono certo quelle di un magnate o del sindaco di turno. E senza ricavarne un centesimo. Ogni anno al contrario spende quattrini in calendari no profit a tema Vespa con foto di artisti in sella al famoso motorino Piaggio devolvendoli in beneficenza. “Il più importante per me è quello dei bambini di etnie diverse che posano accanto agli scooter per il volto di un paese nuovo e interculturale. Piccoli che diventano nuovi palermitani”. Filippo conosce tutti. I vip gli chiedono consigli sugli acquisti. Ficarra e Rispoli lo vanno a trovare. Ma anche in queste occasioni non succede niente. “Assurdo, il bacino di utenza non è quello del museo del tappo di sughero, con tutto il rispetto, si tratterebbe di un fenomeno mondiale”. Un paradosso circondarsi di amici importanti e nel momento del bisogno non trovarne nessuno.

 

CON GREGORY PECK E AUDREY HEPBURN

Una Vespa che sfreccia lungo le strade di Roma, una principessa che desidera una vita normale e un uomo gentile, affascinante, d’altri tempi: Vacanze Romane è uno dei film più romantici della storia del cinema. Usciva nelle sale nell’agosto 1953, consacrando i volti e la carriera di Gregory Peck e Audrey Hepburn, attrice che vinse, grazie alla sua interpretazione, l’Oscar come migliore attrice protagonista. Un’immagine che ai tempi, e non solo, si colloca come simbolo e speranza di un amore impossibile. Il cinema ama la Vespa. “Ho pezzi reperiti in tutto il mondo tramite telefonate, viaggi e corteggiamenti vari. Sono appassionato di film delle epoca in bianco e nero: da Alberto Sordi ad Aldo Fabrizi ecc. In quelle pellicole una Vespa c’era sempre”.

LA CORDA SI SPEZZA

“Non posso neanche partecipare ai bandi europei perché serve la location. Ho due cessioni del quinto, due prestiti e due mutui. Quanto posso durare? Non mi stancherò mai di ripetere che per un eventuale investitore sarebbe a zero euro”. Attento che se lo gridi ai quattro venti magari te le rubano. “Credimi, mi farei … rubare l’intera collezione, però dalla città di Palermo. Ho anche proposto al comune una mostra e di far pagare un euro ai visitatori che non sono nati nel capoluogo siciliano, come nelle chiese di tutte le regioni d’Italia. Significherebbe portare nelle casse della città dai cento ai duecento mila euro l’anno. Il Sindaco che mi vede e grida: “Viva Filippo e viva Santa Rosalia!“, non mi interessa. Stefania Petyx che vuole fare un sevizio per Striscia la Notizia, neanche. Non devo denunciare la città, al contrario voglio aiutarla”. Poi Filippo si fa serio e indica dietro di me “Quella vespa ha un enorme valore guardala bene e goditela, poi lo faranno anche i topi”. Che spreco.

PLAYLIST: Ernesto Bonino – A Zonzo (Strolling About)

di Alessandro Geraci