Metti attorno ad un tavolo Rosario Fiorello , Tony Sperandeo e un microfono. L’immensità degli archivi della Rai ci rimanda, via facebook, una chicca radiofonica in cui il mitico Sperandeo, la faccia più truce del teatro popolare nostrano, il siciliano per eccellenza del cinema italiano degli ultimi 20 anni, sorprende (e non poco) tutto lo studio. E fa arrossire Fiorello, conduttore della trasmissione ma inconsapevole dell’improvvisata performance. L’improvvisatore per eccellenza superato in curva dal più verace dei suoi conterranei. Oggetto della chiacchierata, che sembrava innocua seppure poco formale, è il regno degli animali. Dallo sguardo di Sperandeo si intuisce che sta per scattare la trappola.

MONOLOGHI DI VITA

E probabilmente lo capisce anche Fiorello a cui, giunti a quel punto e nel cuore della diretta, non resta altro che stare al gioco e sudare freddo. Qual è l’animale più filosofico e intelligente del creato, domanda l’innocentuzzu Sperandeo. E si risponde, prima ancora che Fiorello possa azzardare una soluzione al quesito che, ovviamente, è pretesto puro per fare cabaret. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa, meglio vedere dal vivo l’improvvisato duetto tra i due. Chi conosce Sperandeo, chi lo conosce davvero, per aver trascorso con lui qualche serata fuori dalla scena, chi ha avuto la fortuna di essere il suo pubblico dei monologhi di vita recitati per pochi intimi davanti ad un bicchiere, sa perfettamente che in queste circostanze esce fuori la dimensione più autentica dell’uomo e dell’artista.

LA BRAVURA DI FIORELLO

La bravura di Fiorello è stata quella di aver saputo ricreare l’atmosfera di quegli attimi, la complicità giusta, il mood ideale affinché l’uomo Sperandeo potesse affiancare la parte istrionica che aleggia sempre in un attore che viene dalla strada. E così anche una storiella da bar diventa un piccolo saggio, una quasi barzelletta prende la laurea e diventa monologo. E si perdona anche quel filo di cazzeggio che impone l’azzardo linguistico di stampo vernacolare. Che poi, con i tempi che corrono, cosa volete che sia. Sentite Sperandeo. E unitevi, se lo vorrete, al nostro applauso.

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