A me I Sansoni stanno simpatici. E non è soltanto una questione di pelle. Li seguo da un po’, in rete, modernissimo palcoscenico che ha consentito a molti giovani di confrontarsi con una palestra che non è più soltanto teatrale ma del tutto confacente con il piccolo schermo. Perché è proprio quello il punto di arrivo di quasi tutte le generazioni di comici già dai tempi di Drive In. E I Sansoni i numeri ce li hanno. Beninteso, per questa formula d’intrattenimento immortale che per salvaguardare la propria immortalità fagocita a piene ganasce quelli buoni per ballare una sola estate. Con loro potrebbe essere diverso. Negli sketch dei Sansoni, i fatti, c’è sempre un’idea (a volte anche più d’una) a sorreggere una recitazione forse ancora troppo spontanea. Ma per migliorare questo aspetto il tempo non manca. Ma è attraverso il gioco che si vince lo scudetto, diremmo se si parlasse di calcio. E nel teatro leggero il gioco equivale all’efficacia dei testi. E poi li avete guardati in faccia questi Sansoni? Hanno lo sguardo di quelli che andranno sino in fondo e se si accorgeranno che il vicolo è cieco saranno i primi a cambiare mestiere. Io mi sono fatto questa convinzione. E sono ottimista, non solo per incoraggiamento. La storia recente di ciò che impropriamente chiamiamo cabaret ha santificato diversi bidoni, ma ha anche lanciato giovani di talento. E ciascuno di loro aveva idee. Senza scomodare Ficarra e Picone – altro talento e altra generazione – basta rifarsi a Roberto Lipari, esempio di uno che ha trovato il suo spazio attraverso una scrittura sagace e ironica. Senza mai dimenticare che persino dietro a una risata si può nascondere intelligenza e una spruzzatina di impegno civile. E nel caso dei Sansoni si tratta di un condimento assai gradevole. Niente a che fare con altri loro colleghi che spopolano sul web e in TV elevando alla massima potenza volgarità e luoghi comuni. Un mio collega garantisce sulla loro professionalità, concetto troppo elastico per trovarci in sintonia. Di chi si tratta? Sorvoliamo, non troveranno pubblicità gratuita su queste pagine. Visti due volte, su TV nazionale e locale, e persino con il signor Belen, altro miracolato dal Santissimo. La loro gag con annessa anaconda e biscottino (sarebbe allusione sessuale, poveri noi) ci fa vergognare per loro. Questione di gusti, si dirà. Ineccepibile, peraltro hanno pure un imbarazzante successo di cui essere stupiti e per nulla invidiosi. Ma siccome è questione di gusti, gridiamo forte forte viva I Sansoni. Se gli dei del palcoscenico non saranno troppo distratti, prima o poi ci sarà gloria anche per loro.